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Pupetta – Il coraggio e la passione – Ultima puntata

Creato il 21 giugno 2013 da Rory
Pupetta – Il coraggio e la passione – Ultima puntata

Pupetta e Michelino jr – Immagine dalla Rete

Miei cari,

so che attendevate con ANZIA maxima l’avvento dell’ultimo episodio di Pupetta e quindi eccoci qui, tutti pronti a vedere com’è andata a finire l’affascinante fisciò.

Ci eravamo lasciati con il povero Michele ferito a morte da don Vitiello che spira tra le braccia di Pupetta. Viene celebrato il funerale e a Pupè assieme alla pancia cresce anche il desiderio di vendetta, così pensa bene di sparare al perfido don Vitiello che si prendeva un gelatino nel bar della galleria situata tra l’altro sotto casa della sottoscritta. Chiaramente lo ammazza, che ve lo dico a fare e finisce in galera.

Nel suddetto carcere è subito accolta dalle carcerate come un’eroina, ritrova anche la sua amica d’infanzia finita a fare la vita ma purtroppo c’è anche chi la schifa e la tratta male. In tutto questo, Pupetta ha ereditato da Michele il controllo del mercato ortofrutticolo che controlla dal carcere con l’aiuto della cognata imparruccata. Le scene migliori sono quando le carcerate prendono il sole in cortile con sottanine sexy e il direttore del carcere le spia, per non parlare di quando sempre il direttore decide di comprare la frutta direttamente dalla camorra. A proposito del direttore, ovviamente nutre una passioncella per Pupetta ma è sposato, quindi nisba, anche perché lei è una guagliona onesta.

Nel frattempo, la famiglia di Pupetta viene presa di mira da un giovine camorrista, imparentato col boss-Ben Gazzara (che alla fine comunque muore poveraccio). Pupetta però non ci sta e, carcerata e buona, va a minacciarlo perché lasci in pace i suoi congiunti. In quest’idillio, quando il pargolo di Pupè compie tre anni, per legge deve essere allontanato dal carcere (e meno male direi) e lei lo affida a suo fratello, sebbene soffra tantissimo per il distacco. Da notare che il bimbo nella fisciò è uguale dagli zero ai due anni, quando è biondo e paffuto, mentre a tre cambia completamente, diventando bruno e soprattutto sembrando già di 6-7 anni.

Affranta dal dolore, Pupetta vuol evadere dal carcere per raggiungere il figlio e organizza un piano che fa acqua da tutte le parti per scapparsene nel camion della camorra che riforniscwe di frutta il carcere, il tutto durante la visita di un ministro. La nostra prima rischia di essere cantata da un’altra detenuta, poi non riesce a scappare ma salva il pargolo del direttore che stava per finire sotto non si sa che mezzo di locomozione. Morale della favola, le viene data la grazia e può tornare a casa.

Nel frattempo, vi ricordate il commissario pederasta e malvagio? Ebbene, non solo non fa il suo lavoro ma ha anche la pensata di violentare il povero fratello adolescente handicappato di Miché, che si uccide per il dolore. E qui la scena madre della fisciò: grazie a un escamotage escogitato da Ben Gazzara prima che morisse, un ragazzino rivenditore di sicarrette di contrabbbbando viene arrestato dal commissario, che subito ci prova con lui. Non si sa come, il ragazzino lo convince a fare un’allegra corsa sulla spiaggia, che si conclude in un capanno dove ad attendere il commissario ci sono Ben Gazzara e le mamme dei ragazzini violentati dal disgraziato pederasta che lo accoltellano a vicenda a mo’ di Giulio Cesare.

La fisciò si conclude con Pupetta che esce dal carcere urlando “IO SO’ PUPPETTA MARESCA E NUN TENG’ PAUR’ E NISCIUN’!” Anche se una perla che mi è piaciuta è stata anche “PUPPETTA MARESCA TIENE UNA SOLA PAROLA“. Comunque io non ve lo volevo dire ma il mio amico Biagio ha intervistato Barbara De Rossi  (che nella fisciò era la sorella di Michele) e lei s’è fatta sfuggire che ci sarà una seconda serie. PUPETTA DUE LA VENDETTA!!!!

Se vi ho stancato potete dirmelo.

p.s. ho appreso da mia madre che quando ero neonata, siccome ero molto carina ma molto scassacazzo, una sua zia mi soprannominò “Pupetta Maresca”. Si spiegano tante cose.



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