La vita di Pupetta Maresca nella fiction di Canale 5 trasmessa ieri sera in prima serata ha tenuto incollati al video circa 5 milioni di persone ma lei, protagonista e vittima di una Castellammare di Stabia (Napoli) violenta e sottomessa dalla camorra, non esprime piena soddisfazione per come è stata rappresentata. «Alla gente è piaciuta molto la prima puntata. Dicono che attendono di vedere il seguito, ma devo confessare che la mia storia è stata molto romanzata», dice Pupetta che aggiunge: «Moltissime cose non sono andate così».
Ciò nonostante, prosegue la donna che fu compagna di Pasquale Simonetti, guappo di primo livello soprannominato 'Pasqualone di Nolà per il suo fisico possente e per le sue origini, in quella illustrata in tv «è reale la condizione delle donne in quell'epoca, nel mio ambiente. Ho subito dei veri e propri maltrattamenti, le donne non avevano nessuna voce in capitolo. Quando io ero ragazzina, dopo avere pulito casa ed essermi vestita, restavo a guardare dalla finestra quel che succedeva fuori. Mio padre, però, solo per questo mi dava un sacco di botte. Io non avevo fatto niente, avevo solo 14-15 anni, desideravo solo vivere».
Capelli rossi, volto fresco e lo sguardo nascosto dagli occhiali scuri da sole, Pupetta Maresca riporta quelle che definisce «le critiche che ha raccolto camminando per strada tra gli stabiesi che l'hanno fermata continuamente. Mi hanno cominciato a telefonare da questa mattina - afferma - Tutti hanno criticato la scelta dell'attrice che ha impersonato la mia vita, non è molto simile a me Manuela Arcuri... la gente dice che sembrava 'una mazzà, che avrebbe preferito vedere proprio me in quella fiction. Ho pagato con lacrime e affanno le mie scelte. La prima volta perchè l'uomo a cui ho sparato avrebbe fatto lo stesso con me. Cosa dovevo fare, farmi uccidere? Ero incinta. Mi veniva incontro con il braccio teso e la pistola in pugno. Con lui c'erano i suoi killer. Io mi sono difesa».
«Ma il carcere che mi ha fatto veramente male è stato quando sono stata arrestata la seconda volta, per avere parlato di Cutolo che a quei tempi uccideva tutti i giorni - ricorda - Ho visto in anteprima la fiction e nell'ultima puntata ho pianto. Io urlavo nel carcere, per l'ingiustizia che ho subito, quattro anni per aver detto che Cutolo era sostenuto dalla politica. È vero, l'ho minacciato di morte. Lui minacciava i miei fratelli e io avevo davanti agli occhi mio padre che piangeva. Crede che la camorra avrebbe mandato una donna a fare minacce in pubblico? Il mio è stato un impeto di rabbia, che ho pagato amaramente. Ora ho quasi 80 anni e desidero ancora una carezza da mia madre, una carezza che - conclude - non ho mai avuto».