“Come avevi fatto a non accorgertene?” Dopo anni ad elaborare il lutto della nostra storia, una risposta ero convinto di averla. Invece mi sentii come quando sei lontano da casa, frughi nella tasca per controllare se hai le chiavi, sicuro che ci siano, e non le trovi. C’è quel momento paralizzante, quell’unico secondo in cui il cuore si ferma e la pupilla si dilata. Poi il battito aumenta, cerchi di razionalizzare e continui a cercare. La tasca è piena di altre cose e mentre le tocchi provi a riconoscere il portachiavi o il metallo. Cercavo la risposta nelle mie tasche ma non la trovavo, annaspando tra tante altre cose e pensieri che nemmeno si avvicinavano a una risposta sensata. Paralizzato davanti a te, con le pupille dilatate e il cuore a mille. Ma ci arrivai: “Semplice: perché ti amavo ancora”. Dai tuoi occhi capii che adesso anche tu non riuscivi a trovare le tue chiavi. Pupille dilatate. E restammo chiusi fuori dalle nostre rispettive case con le mani in tasca.
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