Forti della loro esperienza, maturata con titoli come Hustle Kings e Pure Chess, VooFoo Studios ci riprova – stavolta solo su console next-gen e PC – con Pure Pool, gioco di biliardo americano che abbiamo avuto modo di provare nell’ultima versione rilasciata, quella su Xbox One. Uno sport che richiede pratica, precisione ed abilità, e che negli anni ha saputo resistere nonostante un disinteresse abbastanza marcato delle nuove generazioni. Al tempo stesso, uno sport che ben si presta a riproduzioni virtuali, a testimoniarlo le tante applicazioni (anche free) che intasano il web, ma serviva qualcosa di più: un titolo che ne proponesse le meccaniche sui più recenti sistemi d’intrattenimento e che facesse della presentazione grafica prima, del gameplay poi, le sue caratteristiche distintive.
Giocare a biliardo non è semplice come potrebbe sembrare, se si vuol far bella figura perlomeno. Spesso, con le bilie mal posizionate sul tavolo, c’è bisogno del colpo di genio che solo in pochi sono in grado di eseguire, o di pensare. Giochi di sponda, palle ad effetto, tiri precisi al millimetro. È forse per questo che il biliardo ha appassionato milioni di persone, tanto da diventare uno sport. L’offerta di VooFoo Studios non è però delle più ghiotte per quel che riguarda le modalità di gioco: troviamo il biliardo americano 8-ball, 9-ball, il biliardo inglese 8-ball e due modalità un po’ particolari, chiamate Killer e Accumulator. Le differenze son presto dette: nell’8-ball americano ci sono le classiche 15 bilie, 8 piene (compresa la nera) e 7 rigate, più una bilia bianca battente tramite cui eseguire tiri con la stecca, a turni. Il regolamento è semplice: chiudere prima dell’avversario il match, mettendo in buca tutte le bilie (piene o rigate, a seconda del caso), quindi quella nera, e viene considerato fallo non colpire nessuna bilia, imbucare la battente, far saltare una qualsiasi bilia fuori o spostare col corpo o altre parti della stecca diverse dal cuoietto – anche inavvertitamente – quelle poste sul tavolo, quindi colpire per prima una bilia avversaria (o la numero 8 nera); sono previste anche penalità più gravi, che possono decretare la sconfitta nel match, nel caso in cui venga imbucata la nera con le nostre bilie ancora non imbucate, nel caso in cui la nera salti fuori dal tavolo o si commetta un qualsiasi fallo nel turno in cui viene imbucata la numero 8. La variante 9-ball è molto simile, ma si gioca con un set di dieci bilie: una bianca e nove numerate in maniera sequenziale; qui il nostro compito è quello di imbucarle progressivamente, partendo dalla numero 1 e terminando con la numero 9. Se si commettono tre falli consecutivi si cede la vittoria all’avversario. Infine, tra le modalità classiche troviamo il pool inglese, giocato su un tavolo a buche larghe con sedici bilie (sette gialle, sette rosse, una nera e una bianca) non numerate. Il regolamento si rifà a quello sopra descritto per la modalità 8-ball. Le più interessanti, di primo acchito, sono però le restanti due, con la prima (Killer o Assassino) nella quale due giocatori si sfidano a mettere in buca le bilie, stando però bene attenti a non sbagliare, considerate le tre vite totali e la perdita di ognuna di esse ad ogni errore commesso, e la seconda (Accumulator o Accumulatore) dove ogni bilia è numerata e consente di ottenere un numero di punti pari a quelli della numerazione stessa. Anche qui, bisogna rispettare la sequenza descritta nella modalità 9-ball. Superato l’interesse iniziale, si ben comprende quanto poco sia stato fatto in termini di modalità, sopratutto in virtù del fatto che siano decine e decine quelle presenti nella realtà, e che il team di sviluppo abbia optato per l’inserimento di tipologie troppo simili tra loro, che sistematicamente non considererete dopo appena un paio di partite, gettandovi sul classico e sul già visto, o sulla modalità carriera che rappresenta un buon compromesso. Se, infatti, nemmeno le sfide vi appassioneranno (sono rivolte soprattutto ai più bravi, NdR) sarà la semplice ma stimolante modalità carriera a guidare i giochi, chiamandovi in più competizioni contro avversari virtuali e prestandosi ad una elevata rigiocabilità grazie ai tre obiettivi molto vari – si tratta di un sistema a stellette molto semplice – che spesso richiederanno più d’una tornata per essere completati. Cimentarvi con la stecca, anche soltanto per diletto, facendo pratica o provando tutte le modalità di gioco, vi consentirà di aumentare il livello giocatore e di sbloccare speciali riconoscimenti.
Il sistema di controllo è molto basilare, bene adattato all’uso del gamepad: per colpire la palla dovrete muovere la levetta destra (prima indietro, poi in avanti), e a seconda della velocità di movimento otterrete un tiro più o meno potente; potrete dare effetto, o portare a termine un tiro di precisione affidandovi alla pressione dei tasti ‘B’ o ‘A’, quindi consultare la situazione sul tavolo da biliardo con una visuale più distante. Ecco, questo è forse uno degli aspetti che speriamo lo sviluppatore sistemi a breve, perché con la sola telecamera in prima (quella in lontananza non vi consentirà il tiro) diventa impossibile giocare bene di sponda; un peccato, considerando l’ottima fisica che governa le fasi gameplay, ancor più se vi troverete in gioco contro un amico od online, permesso anche tramite il sistema DNA profiling. In pratica, dopo aver giocato una partita verrà creato un profilo che raccoglie le informazioni sul nostro modo di giocare, in modo tale che sia possibile sfidare i nostri amici anche quando non sono online; sappiate inoltre che esiste la possibilità di cimentarsi al biliardo con due giocatori in locale. Considerazioni finali per quel che concerne l’aspetto tecnico. Sebbene il lato sonoro non risalti per brio, ma gli effetti si mostrino di buona qualità, è la grafica a risultare il vero e proprio fiore all’occhiello di Pure Pool. Così come era avvenuto per Pure Chess, VooFoo Studios ha raggiunto risultati a tratti sbalorditivi: il tavolo e le bilie sono ottimamente riprodotte e gli effetti luce ed il locale all’interno del quale si svolgono le partite forniscono maggiore immedesimazione alle fasi giocate, peccato per i menu un po’ confusionari e poco ispirati.