"Nome!". "Achilles Caesar, detto Kaiser"
"Ho detto nome e basta, intesi? Qui chi fa le domande sono le guardie: io sono una guardia, io faccio le domande. Tu sei un miserabile, e voi miserabili qui siete scorie. Zitto, ascolta e rispondi quando io faccio domande! Intesi?". "Intesi"
"Anni?". "39"
"Mondo natale?". "Tau Boötis B"
"Razza?". "Umana"
Il ricevitore della guardia iniziò o squillare. La guardia finì di inserire i dati sul display, estrasse il ricevitore e rispose: "73-291-01, passo!". "01-001-02, portate immediatamente qui il prigioniero! Subito!". "Ricevuto, eseguo!".
Kaiser notò qualcosa di strano nella voce della guardia che dopo aver sentito il codice dall'altra parte del ricevitore attenuò il tono imperativo della voce. Le orecchie continuavano a ronzargli, la testa doleva da svariate ore, sentiva il sangue gelarsi, poi ribollire all'improvviso. In sottofondo continuavano gli squilli di chissà quanti ricevitori insieme, altri prigionieri e centinaia di guardie intorno...
Si diresse, seguendo la "sua" guardia, verso il portone d'accesso al braccio C: C, come condannati, pensò. Poi all'improvviso si accorse che era solo la terza lettera dell'alfabeto umano, e chissà quanti detenuti vivevano nel braccio A, B... fino a Z. Ricordava bene ogni lezione di Civiltà Umana, ai tempi dell'università su Tau Boötis 2: amava molto quella materia e l'alfabeto era quello che più gli ricordava i bei tempi dell'università, quando si provava a rivivere come nell'Era Terrestre: fingendo che il "mondo" fosse uno solo, l'energia un sogno per pochi eletti, la politica e l'economia il fulcro della società. Gli squilli ricominciarono a ronzare senza tregua, sempre più fastidiosi, fino ad arrivargli al fondo del cervello, e poi del cuore. Mentre le forze iniziavano a scemare arrivò ad una porta, la guardia dinnanzi a lui la aprì e lo spinse dentro. Faticò a reggersi in piedi, ma si trovò di fronte ad un fascio di luci colorate che lo accecarono. Si portò le mani agli occhi, la testa ormai gli scoppiava, udì una voce metallica dire "avanti, miserabile" mentre gli squilli aumentavano il ritmo e la potenza, sempre più veloci. Si trascinò avanti di qualche metro, quando si sentì afferrato per le braccia e portato di forza in cima ad una scalinata. Si sentì svenire, ed all'improvviso... il buio. Era stato incappucciato ed imbragato in modo da rimanere in ginocchio, con schiena e braccia posate su una struttura che lo faceva sentire come in croce, come facevano nell'Era Terrestre, migliaia di anni prima, e come fecero con quel Gesù che si dice morì in croce per la salvezza dell'Umanità. Ricordava benissimo il suo tutor di Religioni Umane, ed il racconto del giorno in cui si dice questo Gesù fosse stato eliminato: il sole fu oscurato da nubi nere ed enormi per la prima volta come mai, le piogge inondarono la montagna della croce, ed il sangue di Gesù inondò l'intera valle, colorandola interamente di rosso.
"Così... ecco il Kaiser". Sentì la voce davanti a sè, a pochi centimetri. Cercò di parlare, ma la voce gli si strozzò in gola e capì che mentre era in coda per la registrazione gli avevano iniettato la gallamina: non riusciva a muovere più un muscolo, ma era cosciente.
"Dicono che tu sia molto astuto, ma se sei qui... ahahahaha!". "Sono finito", pensò.
"Sei il nostro prigioniero prediletto, ora, Kaiser. Per questo ho domandato di farti avere un trattamento di favore... ed eccoci qui, a parlare di te! Ahahah, chi l'avrebbe mai detto, vero?". Gli squilli ormai si sovrapponevano alla voce, martellanti e senza tregua. Avrebbero fatto impazzire qualunque umano, ma Kaiser era abituato a stress ben peggiori. Il veleno paralizzante che gli avevano inettato si era ormai impadronito di lui, era in totale balia delle guardie e sapeva che ormai non c'era più nulla da fare, se non morire.
"Facciamola breve, amico mio: tu hai aiutato il Complotto, pertanto... ahahahah! Sei condannato. Portatelo via, si dia inizio al Trattamento". Si sentì trascinato via di nuovo, la voce continuava ad esplodere in risate senza pietà, sentiva i timpani quasi esplodere, solo le dita percepivano qualcosa... ora era sdraiato, supino, qualcosa ronzava mentre gli squilli rimbombavano in ogni parte del suo corpo, il cuore pompava, sentiva solo il flusso del sangue scorrergli nelle vene, esplodergli nelle tempie, le dita... le dita... mio dio... un seghetto laser... no, il cianuro dov'è, non posso finire così, vi prego, aiutooooo, le dita... noooooooooooooooooooo.
Aprì gli occhi. Era finita.
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