Dietro a questo “ordine” si cela il rischio della propaganda; è sufficiente leggere il commento di Vladimir Pilguy, l’allora erede di Yashin, dopo un ventennio di regno del ragno nero tra i pali della Dinamo Mosca. Personaggi come Yashin., ha dichiarato “definiscono la storia del nostro paese. La nostra gioventù deve essere guidata dall’esempio di personaggi simili concentrati al massimo sulla loro attività, più attenzione ci sarà per promuovere quanto hanno realizzato i nostri eroi in ogni sport meglio sarà”. Parole degne del Politburo sovietico.
Da parte sua la vedova del portiere è molto decisa nel fermare il progetto: “dovranno passare sul mio cadavere. Quando morirò potranno fare tutti i film e ogni altra cosa che desiderano”. Il tutto nasce dal disgusto provato nel vedere sugli schermi, una ventina di anni fa, la biografia romanzata di Vsevolod Bobrov tra amicizie con il figlio di Stalin e feste osè. “Finirebbe certamente che mi dovrei vedere nuda o a ballare su di un tavolo”.