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Putin e il ritiro: la mossa del cavallo

Creato il 15 marzo 2016 da Albertocapece

Vladimir-Putin_h_partbAl confronto delle penosi trucchetti e delle ondivaghe e pretestuose oscillazioni occidentali che solo un sistema mediatico di potere può far sembrare intelligenti e coerenti, la politica di Mosca sorprende con la sua perspicace e intelligente  linearità. La Russia è intervenuta quasi di sorpresa in Siria proprio nel momento in cui i “volonterosi” parevano aver davvero messo in crisi irreversibile Assad e si crogiolavano nella doppia partita della finta guerra all’Isis e dei veri aiuti al medesimo. Lo ha fatto con una scelta di tempo perfetta, proprio quando cinque portaerei Usa erano in manutenzione e dunque minimizzando il rischio che qualche guerrafondaio di Washington suggerisse di rispondere con mosse azzardate e con la logica dello scontro frontale.

Adesso altrettanto a sorpresa  annuncia il suo ritiro militare o meglio, visto che le basi di Latakia e Tartus rimangono in piena efficienza, una tregua graduale degli attacchi all’Isis, creando un a sorta di sconcerto in occidente. Ma la mossa è invece logica e molto efficace: ormai Assad si è rafforzato, l’esercito siriano, rifornito di armi più aggiornate, istruito nelle tattiche più efficaci può reggere molto meglio l’urto dei “terroristi” a cachet e ha più potere contrattuale nei colloqui di pace di Ginevra mentre la Russia stessa può ora graduare la sua azione bellica in relazione all’andamento delle trattative, senza più essere legata a un determinato volume di fuoco che peraltro è stato molto intenso con quasi 10 mila missioni. Inoltre mostrando una volontà di pacificazione costringe allo striptease delle buone intenzioni i principali attori della vicenda che dovranno impegnarsi sul serio e le cui contraddizioni non possono più essere in qualche modo coperte e attenuate dall’azione della Russia.Di certo lascia senza alibi posticci il disegno neo ottomano di Erdogan che nell’ultimo anno è campato di rendita grazie all’ostilità alla Russia e al fatto che la Nato non potesse contraddirlo apertamente nella situazione che si era creata. E la cosa avrà un effetto anche anche sui ricatti di Ankara riguardo ai migranti.

Oltretutto la diminuzione delle spese militari costituisce una fonte di risparmio per Mosca, importante in tempi nei quali il Paese si trova a fare i conti con un prezzo bassissimo del petrolio ed è costretta ad accelerare la produzione dei nuovi sistemi d’arma per far fronte alla sfida in Ucraina e in Europa orientale. Un risultato collaterale tutt’altro che trascurabile ora che Putin ha acquisito con questa mossa anche una dimensione mondiale di pacificatore e nello stesso tempo un peso maggiore nelle trattative, sia nei confronti degli occidentali che dello stesso Assad e dei suoi alleati. Insomma un piccolo capolavoro di cui l’occidente nutrito a televisione e inglese da resort non sembra più capace. Assistere a questa partita a scacchi e sentire i discorsi della campagna delle primarie Usa dà la misura del declino.


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