18 aprile 2012 di Denis Michelotti Lascia un commento
A tal riguardo, il primo ministro russo Putin (che dal 12 maggio tornerà in carica come presidente), ha dichiarato che la preparazione di tutti i grandi eventi sportivi che abbiamo appena elencato, ha come scopo quello di aiutare la propria Nazione a fare ulteriori passi in avanti nel processo di sviluppo. Pur ammettendo l’ingente utilizzo di risorse che tale responsabilità comporta, Putin ha affermato che i benefici per la Russia saranno enormi e che in città come Kazan (capitale della Repubblica del Tatarstan che ospiterà le Universiadi) è già possibile notare un’incredibile e positiva trasformazione. “Abbiamo nuovi stadi, nuove piscine, nuove infrastrutture, impianti che alcuni dei nostri cittadini hanno visto prima solo nei film e dei quali beneficeranno per i decenni a venire”, ha detto il primo ministro. Putin ha inoltre sottolineato come l’organizzazione di tutti questi eventi aiuti anche lo sviluppo delle relazioni con altri paesi e che dia quindi notevoli impulsi alla politica estera.
Tali parole, confrontate con quelle spese da Mario Monti dopo il “no” alla candidatura per l’organizzazione di Roma 2020, ci fanno capire come l’approccio allo sport e al suo potenziale possa essere estremamente diverso. Con questo non si vuol dire che l’uno abbia fatto bene e l’altro male. Anche chi non conosce l’arte del gioco sa infatti che se si è consapevoli di andare incontro a una sconfitta non ha senso sedersi al tavolo. Ciò che però bisogna fare, è capire il motivo per cui non ci si è sentiti pronti ad entrare in lizza, perché se appunto è vero che se si sa di perdere non val la pena di giocare e che avere le carte migliori non sempre porta al successo, è vero anche che se mai si gioca, mai si vince. Il mazzo più ricco, al momento, ce l’hanno in mano i russi e solo il tempo potrà dirci se lo utilizzeranno in maniera fruttuosa come hanno fatto con l’asso piglia tutto. A noi, intanto, non resta che stare a guardare.
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