Un esemplare di Puya Chilensis, detta anche pianta mangia-pecore, sta avendo la sua prima fioritura in questi giorni nell’orto botanico di Wisley, in Inghilterra. Della sua diffusione in Gran Bretagna parla la Bbc, e fino a qui nulla di straordinario, se non fosse per la particolarità di questa pianta.
È una pianta ghiotta di pecore, ma se ne ciba quindi solo indirettamente.
La Puya Chilensis cresce in natura solamente nelle aride alture delle Ande cilene, ed è una pianta molto rara che sta attraversando una fase di rapido declino demografico. È una specie longeva, la cui maturità sessuale, quindi la produzione di fiori, viene raggiunta solo dopo diversi anni di vita. In media 12-15, ma in alcuni casi anche 20. Sembra che le sue grosse, coriacee ed appuntite spine, che ricoprono le foglie al fine di ridurne il consumo da parte degli erbivori, siano in grado di “intrappolare” mammiferi e uccelli di piccole e medie dimensioni, tra cui le pecore che pascolano nelle vicinanze. Su questa pianta crescono delle spine che sono letali per gli ovini.
La pianta che semina il terrore è di origine sudamericana, e può raggiungere i tre metri di altezza. L’assassina non è una pianta carnivora, bensì appartiene alla famiglia delle Bromelìacee, vegetali dalle foglie dure e spinose di cui fa parte anche l’ananas. Mentre molte piante spinose, come il cactus, usano le proprie punte a scopo difensivo, la Puya Chilensis le utilizza per “attaccare” le pecore al pascolo. La pianta “attende” che il terreno, lentamente, inizi ad arricchirsi dei prodotti della decomposizione dell’animale, facendo incetta di nutrienti. Una vera e propria manna per questa specie tanto singolare.
“La nutriamo con il liquido fertilizzante, darle il suo nutrimento abituale potrebbe essere problematico”, ha dichiarato Clara Smith del Wisley Garden, senza celare un pizzico di sana ironia.
A partire da questi giorni, e purtroppo soltanto per circa una settimana, la Puya Chilensis sarà visibile a tutti coloro che vorranno recarsi all’orto botanico inglese, i quali si spera possano giungere in massa ad osservarla comodamente e al sicuro, dietro una teca di vetro.
Written by Cristina Biolcati