Puzzle Italia: il protagonista è sempre San Silvio I°

Creato il 17 febbraio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Facciamo un gioco, un puzzle nel quale le notizie sono tessere e proviamo a completare almeno la cornice. Dunque. La Corte dei Conti stima in 60 miliardi di euro l’ammontare della corruzione  in Italia, cifra per difetto e non per eccesso. Dopo Tangentopoli i politici italiani si sono fatti furbi e, a parte i casi in cui sono stati beccati con le mani nella marmellata (Scajola ne è un fulgido esempio), tutti gli altri agiscono per cricche, logge massoniche, associazioni quasi segrete, confraternite religiose, società fantasma, bocciofile, centri benessere e pure qualche mensa per i poveri. In queste strutture entrano ed escono fiumi di denaro, di case, di appartamenti extralusso, di viaggi esotici, di mignotte pagate tanto al pezzo, di conti correnti cash, di false identità. Responsabili legali sono prestanome, fiduciari, pensionati delle FF.SS., casalinghe di Abbiategrasso, anziani analfabeti e qualche volta defunti, giovani aitanti e senza testa pronti all’uso, vecchi “rincoglioniti”, compari di merende e ragazzotti del quartierino. Tutto questo gran casino per la bella cifra di 60 miliardi di euro che, negli anni, sono almeno 5 manovre economiche. Altra fila di tessere. Negli ultimi 9 mesi, come non bastasse la situazione drammatica che stiamo vivendo, si sono persi altri 80mila posti di lavoro, soprattutto fra i giovani compresi nella fascia d’età 18/29 anni. Nei primi tre mesi del 2011, quando c’era ancora quello del “milione di posti di lavoro”, la flessione è stata del 2,5 per cento, una cifra record per l’Europa. Ancora tessere. La Consulta ha dichiarato incostituzionale la norma che concede alla regioni la possibilità di aumentare al massimo le addizionali fiscali in caso di calamità naturali in attesa dei soldi dello stato. Dovete sapere che quando succede una catastrofe, ad esempio il terremoto all’Aquila, la regione Abruzzo ha la facoltà di aumentare tutte le accise e le tasse di pertinenza degli enti locali. Quella che viene definita “tassa sulla disgrazia” funziona un po’ come gli aumenti della benzina, una volta fatti nessuno li tocca. La fregatura per i contribuenti è che quando lo stato eroga i fondi anticalamità alle regioni, i soldi tirati fuori non vengono restituiti. La Corte Costituzionale ha detto che non si può. Ancora tessere, questa volta vere. I partiti giocano molto sui dati del tesseramento. Più sono i tesserati e più, non si sa come, i partiti ricevono fondi dallo stato. Accade così che spesso, sia per equilibri interni che per arraffare un po’ di moneta, i partiti tesserano tutti, ma proprio tutti, morti e invalidi al 100 per cento compresi. Ultimo caso in ordine di tempo quello del Pdl. Nelle scorse ore Franco Frattini, l’ex ministro “occhibelli”, ha invitato il segretario AngiolinoAlfano a far pulizia dicendo: “Basta infiltrazioni mafiose nel partito sostenute da tessere fasulle”, come se per i mafiosi rappresentasse un problema farne di vere e pagarle in contanti. Comunque il caso è esploso, proprio come era accaduto nel Pd e nell’Idv dove gli ex Udeur hanno conquistato posti e privilegi proprio grazie al potere che gli deriva da tante tessere false. Ultima serie di tessere. Bruxelles plaude la scelta del governo italiano di far pagare l’Ici alla Chiesa. Proprio in queste ore abbiamo saputo che se non lo avesse fatto, la UE ci avrebbe mandato una bella multa perché secondo le norme in vigore nel Vecchio Continente, le tasse devono pagarle tutti. L’Anci ha già fatto sapere che per i comuni un gettito fiscale di 600 milioni di euro non è come un pacchetto di sigarette mentre il Pd e il Pdl hanno invitato Monti a vedere caso per caso e a non far pagare almeno gli immobili destinati alle mense per i poveri. A questo punto non ci resta che attendere quante trattorie, osterie, ristoranti, taverne e self service, cambieranno la loro ragione sociale per trasformarsi miracolosamente in luoghi in cui accogliere poveri e derelitti. Completata la cornice, come per incanto, ci dovrebbe apparire il soggetto interno che non può che essere lui, San Silvio I°, Protomartire della Giustizia. L’ex presidente del consiglio (che ha implorato Napolitano di dargli una mano) aveva appena finito di tuonare contro il pm De Pasquale che ha chiesto per lui cinque anni di galera per la corruzione dell’avvocato David Mills, che i giudici romani (quelli del tribunale delle sabbie mobili), decidevano di rinviarlo a giudizio per l’affare Mediatrade, quello dei diritti cinematografici ultra pagati per creare il castelletto dei fondi neri Fininvest. Siccome però i giudici romani sono più pietosi e comprensivi di quelli milanesi, per non far prendere un caffè da solo a Silvio, hanno rinviato a giudizio anche Piersilvio che, in qualche modo, le ossa dovrà pur farsele. A parte la nostra antipatia politica e culturale per Berlusconi, datata ormai anni ’80 e prima della discesa in campo, al centro di una cornice come quella che abbiamo costruito, non poteva esserci che lui, il simbolo del vuoto assoluto, dell’ignoranza al potere, della volgarità trasformata in regime. Giulio Andreotti, ridendo, diceva che gli avrebbero dato la colpa anche delle Guerre Puniche, con Silvio non occorre perché il fallimento “Italia” è tutto merito suo. Unico e inimitabile esempio di stragista delle intelligenze. 


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