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q. la divisione di un amore

Creato il 18 aprile 2013 da Thefreak @TheFreak_ITA
q. la divisione di un amore

Era divorziata. Da poco meno di ventiquattro ore. Fuori di casa. Così aveva deciso il tribunale. Fuori da quella casa che sebbene non sua lo era diventata. Come una figlia adottiva che a forza di carezze ti chiama mamma. E di carezze a quella casa ne aveva date per quasi trent’anni. Carezze di glassex e di sgrassatori universali al sapone di Marsiglia, di pelli di daino e di vecchie maglie della salute. Ora rinnegata, aveva trascorso la notte a casa dei suoi genitori, nel letto tenutole caldo dalla badante dell’Est. Sfrattata a sua volta, nonostante le carezze di salviette umidificate al culo decrepito del padre sporcaccione.

Più che la notte fu proprio quel letto a portarle consiglio. Tra quelle coperte la badante dell’Est aveva covato sogni vendicativi di carezze con guanti di ferro. Così le venne in mente che aveva diritto a un’ultima carezza, come l’ultimo bacio che da ragazzini sanciva la fine dei primi amori. E ognuno se ne andava per la propria strada, stringendo nel pugno la metà di quel cuore d’argento tagliato con una forbici zig zag. Una metà che prima era un cuore intero e poi non lo sarebbe stato mai più. Diviso.

La divisione le aveva restituito il sorriso nel sonno. Il tribunale aveva applicato una sottrazione al suo matrimonio e il risultato era stato del tutto imparziale. La divisione avrebbe ristabilito la giustizia. La sottrazione non sempre è equa, mentre la divisione lo è per statuto. La sottrazione può annullarti. La divisione lascia dietro di sé almeno un resto di quello che siamo stati. La sottrazione è un verme che svuota la mela e fa implodere le pareti, chiedere alla Old Misery’s House. La divisione è invece un coltello. Ma a volte un coltello non basta.

“Disponiamo di un vasto parco noleggio costituito da oltre 100 macchine e attrezzature per tutte le esigenze”. L’annuncio parlava chiaro. E la sua scelta lo fu ancora di più, sebbene nascose la sua vera esigenza. Ora osservava la sua operazione eccitata, come un bambino in prima elementare dopo aver diviso l’insieme di partenza in due insiemi perfettamente uguali. Dopo “la più” del matrimonio, “la per” dei litigi e “la meno” del tribunale, ora c’era “la diviso due” dell’escavatore cingolato da centotrentotto quintali.

Aveva atteso che l’ex marito uscisse di casa prima di accendere il motore. Di quell’uomo non ne avrebbe voluto mai più nemmeno un quarto, figurarsi la metà. Si era svegliata all’alba, aveva preso lezioni di guida di un cingolato su youtube e poi era corsa a noleggiarne uno. Prese la più grossa tra quelle “oltre 100 macchine e attrezzature per tutte le esigenze” pubblicizzate dal banner che le aveva illuminato il volto e la giornata nell’internet point. Se lo fece parcheggiare fuori casa, quella che era ancora la sua casa, almeno per metà. E nella propria metà l’ex marito non avrebbe più dovuto metterci né becco né piede.

La donna scese dal cingolato con un balzo. Si sentì di nuovo una ragazzina in quel gesto. Anzi, una bambina che per la prima volta aveva affrontato con successo “la diviso due”. Intanto il sole stava tramontando alle spalle della casa, dal lato della camera da letto. Si era sempre lamentata di quella disposizione delle camere con l’ex marito. Ma ora, poteva finalmente osservare il sole sparire. Prima una metà, poi l’altra, anche da est. I raggi infatti filtravano arancioni dallo squarcio che aveva aperto con l’escavatore giusto nel mezzo della casa. Quella casa che ora sembrava uno di quei cuori d’argento divisi da una forbici zig zag. La donna chiuse gli occhi e immaginò di stringere la sua metà. Sentì questa chiedere mani in prestito al sole e con i suoi raggi accarezzarle il volto. Come una figlia adottiva che finalmente la chiamava mamma.

Di Chet

Tratto da Erano – 26 racconti per gente che fu

Tag:amore, chet, divisione di un amore, erano, q, racconti, the freak


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