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Qatar 2022: il Guardian denuncia la schiavitù per la costruzione degli stadi

Creato il 27 settembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante
Posted by   27 settembre 2013  

E’ questa la denuncia del Guardian che smaschera le condizioni di lavoro degli operai per la costruzione degli stadi dei mondiali di calcio in Qatar nel 2022: lavori forzati, pestaggi e mancanza d’acqua.

Doha. Il

Doha. Il “Khalifa International Stadium” costruito per il mondiale di calcio Qatar 2022 (wrongsideofthepond.com/)

La FIFA, l’organo calcistico più importante del mondo, sta mettendo in discussione l’assegnazione dei mondiali in Qatar nel 2022. Pochi giorni fa, infatti, il Guardian, celebre quotidiano britannico, ha denunciato le condizioni di lavoro degli operai addetti alla costruzione degli stadi in uno tra i paesi più ricchi del Medioriente e del mondo. Dopo le accuse piovute per le elevate temperature che difficilmente saranno “piacevoli” per la competizione, ecco le ben più gravi accuse arrivare dall’Europa al Capo di Governo Tamim bin Hamad Al Thani.

Giornate di lavoro senza fine, sfruttamento e morti bianche nei cantieri aperti. Sono questi i problemi con i quali è costretta a vivere la forte componente di forza lavoro nepalese presente in Qatar, circa il 40% del totale. La mancanza dei diritti fondamentali dei lavoratori costringono questi operai a sottostare alle direttive imposte dai capi cantieri per uno stipendio ottenuto nel rischio di perdere la vita. L’agenzia di stampa Asca aggiunge che secondo i documenti in possesso dell’ambasciata, “e’ prassi comune che molti operai nepalesi non siano pagati per mesi e si ritrovino gli stipendi sequestrati per impedirne l’eventuale fuga”. Ad altri operai “vengono addirittura sequestrati i passaporti, riducendoli così alla condizione di clandestini”.

Ecco le condizioni in cui sono costretti a vivere gli operai in Qatar (wrongsideofthepond.com)

Ecco le condizioni in cui sono costretti a vivere gli operai in Qatar (wrongsideofthepond.com)

“Da giugno ad agosto sono 44 i nepalesi morti per la durezza del lavoro – spiega l’ambasciatore nepalese a Doha, Maya Kumari Sharma - i cantieri, per gli operai, sono una prigione a cielo aperto.” Questi poveri lavoratori, per non finire in galera, accettano queste condizioni ed in alcuni casi vivono in 12 in una stanza con 50° di temperatura.

Il Qatar sta investendo 100 miliardi di euro per la costruzione di tutti gli impianti e di una città, Lusail City, progettata appositamente per ospitare i turisti durante il corso della più importante kermesse calcistica mondiale, dove si sono verificati i più gravi episodi di sfruttamento.

Il comitato organizzatore dei Mondiali 2022 ha replicato al Guardian sostenendo che “i lavori direttamente legati al Mondiale non sono ancora iniziati” ed ha anche espresso “profonda preoccupazione per le accuse ad alcuni appaltatori e subappaltatori dei lavori in corso”.

In Qatar, per precisare, vivono 300mila autoctoni ed il paese va avanti grazie a quel milione, o poco più, di stranieri (provenienti in prevalenza da Nepal e Bangladesh) che vengono sfruttati lavorando in queste condizioni disumane. Il sistema per schiavizzare gli operai si chiama kafala, dove i lavoratori sono legati al loro datore di lavoro, che deve concedere l’autorizzazione per farli tornare a casa. Sharan Burrow, della Confederazione internazionale dei sindacati, ha incalzato: “Il Qatar è uno Stato schiavista. Si rischia che i lavoratori che moriranno per costruire le infrastrutture saranno di più dei 736 calciatori che parteciperanno alla coppa del mondo.”

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