"qb on air" e quattro passi a Rialto, tra le spezie dei mercanti veneziani

Da Lacucinadiqb

Questa settimana, a grande richiesta, tornano le spezie e con Gil, l'amico musicista gastrocurioso, siamo andati a fare un giro a Venezia, la drogheria più grande del mondo.

E' stato proprio grazie alle spezie che Venezia, da un gruppo di isole isolate in mezzo alla laguna è diventata una potenza commerciale che ha dettato legge nel Mediterraneo fino al '700: le spezie infatti erano più familiari ai commercianti di Rialto che alle casalinghe ed alle cuoche veneziane.  Fin dai tempi più remoti le spezie erano un elemento essenziale nei rituali sacri per tantissime civiltà e i mercanti indiani e arabi, con le carovane di cammelli e asini, partivano dall'India, attraversavano il Golfo Persico, il Mar Rosso e giungevano nel Medio Oriente carichi di sacchi di questi tesori profumati. Le spezie infatti venivano usate soprattutto per preparare cosmetici, pozioni amorose, decotti e sbrigativi veleni. Già Ippocrate (nel 500 a.C.) ne esaltava le singole qualità medicamentose ed i Romani usavano profumare i teatri di scena con zafferano, chiodi di garofano e cumino così da dare un'aura diversa sia all'attore che allo spettatore.

Con la caduta dell'Impero Romano tutto questo venne un po' meno ed i contadini consideravano, ed usavano, come spezie gli aromi che erano in grado di coltivare, tra un'invasione barbarica e l'altra.
Con i Crociati in Europa si scoprì il turismo religioso e Venezia divenne il crocevia di questo incredibile movimento di persone e merci: le galee veneziane partivano cariche di ferventi combattenti cristiani che non è detto fosse così fortunati nel riuscire a prenotare il ritorno e gli spazi lasciati vuoti venivano riempiti di sacchi di spezie. Ogni anno, infatti, i mercanti veneziani - che parlavano fluentemente il greco, armeno, tedesco e turco - facevano giungere a Rialto esattamente 2500 tonnellate di pepe e di zenzero e quasi altrettante tonnellate di spezie diverse. Il pepe veniva addirittura considerato moneta di scambio e all'interno del monastero di Sant'Ilario c'è uno scritto a testimonianza del dono di un ricco mercante veneziano che, per farsi perdonare qualche marachella di troppo, regalò ai pazienti frati un sacco, letteralmente, di pepe!
 

Questo e tanto altro ancora, naturalmente. E la playlist della puntata di questa settimana? Eccola, per una puntata tutta da ascoltare e da gustare! 

Julien Lourau - Saloon (Life Is Just A Game) Kimya Dawson - Tire Swing ­ Mott The Hoople - All The Young Dudes ­ Giorgio Gaber - La libertà Milas Davis - Four
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