Scriveva il pittore russo Kazimir
Malevič: << Quando nel 1913… esposi un dipinto che non rappresentava
altro che un quadrato nero su uno sfondo bianco, i critici e il pubblico si
lamentarono. “È andato perduto tutto ciò che noi abbiamo amato, siamo in un
deserto, solo un quadrato nero su un fondo bianco ci sta davanti”. E cercavano
parole schiaccianti per allontanare il simbolo del deserto e ritrovare sul
quadrato morto l’immagine preferita della realtà, l’oggettività reale e la
sensibilità morale >>.
È trascorso un secolo e noi siamo ancora qui, davanti a questo dipinto, a chiederci perché e come.
