
Mi rimandi
all’itinerario
nel fitto bosco
d’inganni
dell’esistere
squarciato
da improvvisi
chiarori
metafisici
a consolazione.
Ti osservo.
E osservo
il tuo colore
una volta brillante
(oggi non più)
con la nostalgia
dei tempi andati e
come un appannato
sciamare
in teoria
di ricordi
di attimi
transumananti.
E una lacrima
impertinente
nel mentre
ferita nell'essere
bagna le gote.
Marianna Micheluzzi
