Quadrophenia (UK 1979) Regia: Franc Roddam Sceneggiatura: Dan Humphries, Martin Stellman, Franc Roddam Cast: Phil Daniels, Leslie Ash, Sting, Ray Winstone, Mark Wingett, Philip Davis, Toyah Willcox, Trevor Laird, Michael Elphick Genere: mod Se ti piace guarda anche: Tommy, Spike Island, Trainspotting
Quadrophenia è il film dei The Who. Cosa che detta così può suonare nella maniera sbagliata. A qualcuno può infatti venire in mente “Come in un film”, il film dei Modà, oppure “Where We Are”, il film dei One Direction, o ancora “Never Say Never”, il film di Justin Bieber. Tranquilli. Questa è tutta un'altra musica. Non solo perché la proposta musicale dei The Who è “leggermente” superiore rispetto a quella degli artistoni sopra citati, ma inoltre perché in questo caso non ci troviamo di fronte a un documentario su un concerto fatto giusto per strappare qualche soldo alle fan urlanti. Quadrophenia è un film film, con una trama, dei personaggi, una sceneggiatura vera e propria. È una opera rock che prende ispirazione dai testi dell'album omonimo della band, forse il gruppo più celebre e importante nella Storia del rock'n'roll inglese dopo i Beatles e i Rolling Stones. Una volta detto questo, è una pellicola godibile indipendentemente dalla conoscenza dell'album, o dall'essere dei patiti dei The Who. I fan si esalteranno a vedere comparire il faccione di Pete Townshend su un poster nella cameretta del protagonista, così come in tv, e a sentire le loro canzoni all'interno della pellicola. La colonna sonora non è però ad esclusivo appannaggio dei The Who, che saranno sì megalomani, ma non fino a questo punto. In mezzo alle loro “My Generation”, “The Real Me” e altre c'è spazio infatti anche per la trascinante “Louie Louie” dei Kingsmen, per la splendida “Zoot Suit” degli High Numbers, per girl band retrò come Ronettes, Chiffons e Crystals e per l'immancabile evergreen “Green Onion” di Booker T. & the MG's, in quello che è un vero e proprio tripudio degli anni Sessanta che farà eiaculare i nostalgici dell'epoca.
Anni Sessanta? Ebbene sì. Il film è del 1979, è ispirato a un album del 1973, riesce oggi 10 dicembre 2014 nelle sale italiane in versione restaurata, ma è ambientato nel 1965. Se la storia che racconta, quella del giovane Jimmy e delle sue scorribande in giro tra Londra e Brighton, non è niente di così eccezionale od originale, il vero spettacolo del film, oltre alle musiche, è la ricostruzione di un'epoca, di uno stile, di una subcultura giovanile, di un mod-o di vivere. Quale? Quello dei Mod. Giovani stilosi che andavano in giro in Lambretta o in Vespa e che potremmo considerare i genitori, o forse sarebbe più corretto dire i nonni, degli hipster di oggi. I Mod si opponeva alla società conformista dell'epoca, così come i Rocker. Soltanto che a loro volta Mod e Rocker erano nemici per la pelle. È proprio il caso di usare questo termine, visto che i Rocker erano caratterizzati da giubbotti in pelle, stile rockabilly e un'attitudine da Selvaggi alla Marlon Brando. Detto in altre parole: fighetti contro tamarri pane e salame. Uno scontro che attualmente si ripete nel mondo dei blog tra me, che sto ovviamente dalla parte dei Mod, e il mio blogger rivale Mr. James Ford, che invece è chiaramente un Rocker.
Nei panni del protagonista super Mod del film Jimmy troviamo Phil Daniels, tornato poi alla ribalta negli anni '90 quando ha inciso la parte parlata della fichissima “Parklife” dei Blur. Blur che insieme a Supergrass, Oasis, Ocean Colour Scene e al movimento Britpop tutto devono d'altra parte molto ai Mod in generale e ai The Who in particolare.
L'ultimo revival dei Mod lo si è invece assistito in tempi più recenti, grazie agli Arctic Monkeys di Alex Turner, che in pratica sembra il figlio non riconosciuto (o forse l'ha riconosciuto?) del protagonista del film Phil Daniels.
In più, nella pellicola compare pure un giovanissimo Sting, alla sua prima apparizione cinematografica. Sting quando era all'apice della figosità, prima di trasformarsi nel soporifero guru new-age di oggi.
"Jax Teller, non mi fai paura!"
Cos'altro c'è da sapere sui Mod? Ve lo potete scoprire da voi, andando a vedere Quadrophenia che, eccezionalmente nella giornata di oggi 10 dicembre 2014, ritorna nelle sale cinematografiche italiane, se vi volete vedere la nuova versione tutta digitalizzata e infighettata, in perfetto stile Mod. Altrimenti ve lo potete cercare in rete, dove si trova la versione anni Settanta, invecchiata devo dire tutto sommato bene. Il film non scava troppo in profondità o a livello psicologico nei suoi protagonisti, però in compenso è uno spaccato musicale e sociale in grado di catturare ottimamente un periodo storico e una subcultura giovanile che ci ricordano cos'è davvero il rock. Non è roba per vecchi babbioni – qualcuno ha detto Vasco Rossi? Pink Floyd? U2? –. Il rock è roba contro il Sistema, contro il conformismo, contro i genitori. C'è una scena splendida in Quadrophenia in cui il protagonista Jimmy guarda i Who suonare in una trasmissione tv. Mentre il padre li osserva disgustato criticandoli in maniera aspra, lui non gli dà retta e continua a seguire i suoi idoli esaltatissimo, ballando e facendo finta di suonare la batteria, mentre alza il volume sempre più. Dentro questa sequenza c'è tutto lo spirito del rock'n'roll come sinonimo di ribellione, di trasgressione, di vaffanculo a tutto e a tutti. E quindi vaffanculo ai genitori, vaffanculo al Sistema, vaffanculo al rock sbiadito di oggi e vaffanculo pure a me! (voto 7/10)