Qual è la volontà di Dio?

Da Spiritualrationality

Che cosa sia dio si sa: è qualcosa di cui non si sa né cosa sia, né se ci sia    Piergiorgio Odifreddi

Dio è stato inteso infatti in miliardi di modi differenti dall’antichità ad oggi, e ogni religione ha esibito come sue credenziali differenti testi sacri, “rivelazioni” discordanti, oppure gli stessi testi ma con diverso tipo di esegesi: ad es., i cattolici e i protestanti non concordano circa il numero di libri dell’Antico Testamento da considerare canonici (e quindi “rivelati”), non interpretano allo stesso modo il significato dell’Ultima Cena ed il rapporto libertà/predestinazione, mentre i musulmani sunniti non concordano con quelli sciiti circa il criterio da adottare per distinguere gli hadith autentici da quelli fallaci (cosa non da poco, dato che la Sharia si basa sulla Sunna e questa sul Corano e sugli Hadith “autentici”). In nome di dio si è sempre giustificato tutto e il contrario di tutto, a seconda delle convenienze, della cultura, dei rapporti di forza dominanti, del periodo storico, della mentalità prevalente, ecc. Ognuna delle TANTE “parole di Dio” in circolazione può essere interpretata alla lettera, oppure in maniera allegorica, oppure con infinite sfumature intermedie (ogni gruppo religioso ha l’imbarazzo della scelta su cosa prendere sul serio e cosa scartare come semplice “allegoria”).
Insomma, su dio e sulla sua presunta parola regna la più assoluta babele e confusione.
Domanda inevitabile per una mente pensante: un Dio veramente interessato a farsi conoscere dagli uomini avrebbe permesso o voluto un simile caos sul suo conto?

O non avrebbe piuttosto scolpito il suo volere a caratteri cubitali e inequivocabili nel cuore degli uomini? La cosa non avrebbe limitato la libertà decisionale di nessuno, avrebbe solo fatto chiarezza….e soprattutto, avrebbe risparmiato secoli di guerre, scomuniche, roghi, e genocidi in nome della santa fede!

E’ impossibile informarsi in modo approfondito su TUTTE le religioni; non basterebbe una vita solo per approfondirne una sola. Dunque non è possibile – a meno di non disporre di 7 vite come i gatti (e neanche queste forse basterebbero) – verificare quale sia quella vera….ammesso e non concesso che ne esista una VERA! L’illuminista tedesco REIMARUS – già nel ’700 – argomentava che un vero Dio che avesse voluto farsi conoscere dagli uomini non si sarebbe affidato alla babele delle religioni (atte solo a confondere con le loro contrapposte dichiarazioni di verità), ma avrebbe scolpito il suo volere e le sue leggi – nel modo più chiaro possibile – nel cuore degli uomini….

Non è credibile infatti un dio che si esprime con un linguaggio così oscuro ed oracolare da spingere gli uomini non solo a macerarsi tra le differenti interpretazioni possibili, nel vano tentativo di comprenderlo, ma addirittura a farsi la guerra ed a sterminarsi “per dei paragrafi” (Voltaire). E neppure è credibile un dio così meschino da legare la “salvezza” (salvezza da cosa poi?) ad un’unica religione, ovviamente non individuabile tra le migliaia esistenti attualmente nel mondo (per non parlare anche di quelle passate e future…).

Se si dovesse obiettare – in nome dello spirito ecumenico che permea una parte dell’universo religioso (in particolare quello ebraico e cristiano) – che la salvezza non dipende da una determinata religione, ma solamente dall’amore e dalla fratellanza, verrebbe spontaneo chiedere: a che pro allora le diverse religioni? Perché così tante ortodossie e così tanti dogmi in conflitto? Come interpretare gli innumerevoli versetti della Bibbia e del Corano che condannano alle peggiori torture e maledizioni i miscredenti? Se con il termine “miscredente” oppure  con l’espressione “chi non crede” le scritture intendevano semplicemente riferirsi a colui che difetta di empatia verso il prossimo, perché non spiegarlo più chiaramente, in modo da togliere preventivamente le basi per qualsiasi persecuzione verso chi non ha fede (o ha una fede diversa)? Perché legare così frequentemente – e in modo difficilmente equivocabile – la moralità alla fede e l’immoralità alla mancanza di fede, se si vuole fare passare il messaggio che la SOLA cosa importante è l’amore e l’empatia?

Non è evidente che queste esegesi spericolate – che fanno dire al testo religioso quello che OGGI si vuole che dica – dipendono dalla nostra attuale sensibilità etica e non da una presunta saggezza soprannaturale (ancora tutta da dimostrare)?


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