![Qualche consiglio a Virginia Raggi per smetterla di dire cacchiate sulla ciclabilità Qualche consiglio a Virginia Raggi per smetterla di dire cacchiate sulla ciclabilità](http://m2.paperblog.com/i/319/3199376/qualche-consiglio-a-virginia-raggi-per-smette-L-tLn04P.png)
Eh già perché se vai col vento in poppa, se percepisci di aver già vinto, se non hai difficoltà e tutti ti esaltano, magari hai meno stimolo ad approfondire, a studiare ed a prepararti. E finisce che dichiari che il business park dello Stadio della Roma tutto sommato non serve perché "abbiamo già lo SDO" (che è un vecchio progetto mai realizzato) o che indichi come prima priorità per la mobilità e la ciclabilità una "autostrada ciclabile" per Ostia. Questo è almeno quel che ha detto ieri in una intervista al Corriere della Sera.
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Ed è proprio questo il punto. In un'importante intervista al Corriere della Sera la Raggi ha indicato come uno dei suoi primi obbiettivi la realizzazione di una corsia ciclabile da Roma a Ostia. Brividi.
La menata delle ciclabili per andare al mare (Ostia, Fiumicino, lungo la Colombo, lungo il Tevere e mille altri dibattiti sul nulla) è la menata che è stata utilizzata nel mondo della ciclabilità romana negli ultimi anni da tutte le Giunte nessuna esclusa. Perché? Per procrastinare i problemi e per gettare fumo negli occhi (con la complicità, tra l'altro, delle atroci associazioni di ciclisti romane che, in effetti, hanno sempre rappresentato un ciclista talebano volutamente minoritario oltre che il ciclista della domenica).
Invece di fare progetti immediatamente realizzabili e risolutivi, si paventavano progetti impossibili (anche perché costosissimi) e di dubbia rilevanza trasportistica. Così si poteva liberamente promettere e, anche se non si sarebbe realizzato, non ci sarebbe stato un danno per nessuno visto che l'opera in questione risultava all'atto pratico pressoché superflua. Roma ha bisogno di una ciclabilità presente con la massima forza nel cuore della città, da utilizzare tutti i giorni per andare a lavoro, per andare all'università, per andare a fare la spesa e per portare i bimbi a scuola. Una ciclabilità che dia delle risposte a chi abita a Monte Sacro e va a lavoro a Prati, per chi abita a Centocelle e va a lavoro a Via del Corso, per chi abita a Monteverde e va a lavoro a Piazza Navona. Tutti questi cittadini con un sistema di ciclabili leggere (che costano nulla e che permettono alle strade di essere riqualificate riacquisendo le dimensioni corrette, non a caso è questo il modello utilizzato dovunque) potrebbero scoprire nella bici il mezzo più conveniente di trasporto. Trasporto (!!!) non di svago. Roma ha bisogno di ciclabili su Viale della Regina, sulla Circonvallazione Gianicolense, su Viale Trastevere, su Via Nomentana come su Via Prenestina e su Viale Parioli come su Viale Marconi dove anni fa i commercianti, trogloditi, riuscirono a bloccarne la realizzazione: nel frattempo, anche a causa di stare in una via che sembra un bulevàr di un paese dell'Est degli anni Sessanta, sono falliti tutti. Chiaro il concetto, Raggi?
Perché? Semplice. Perché la bicicletta in città (e Roma a dispetto della vulgata è una città ottimale per la bici per mille motivi) è competitiva su tragitti tra i 5 / 7km a scendere. Di più: su quella distanza è il mezzo più competitivo in assoluto, senza paragone e senza partita con mezzi pubblici, mezzi privati, piedi ecc. Il fatto è però che le persone che a Roma hanno un percorso casa-lavoro pari a quella distanza sono la schiacciante maggioranza. Ne deriva che una percentuale immensa di cittadini, in presenza di infrastrutture decenti e sicurezza, potrebbero essere potenzialmente interessati a spostarsi in bicicletta. Ma ci vogliono appunto infrastrutture in città, funzionali agli spostamenti quotidiani di lavoro, non a quelli di svago.Parlare della bicicletta come un mezzo di svago per andare la domenica al mare significa avere una pericolosissima visione vecchia di 40 anni della ciclabilità urbana. Oggi, e da anni, in tutto il mondo la bici è una reale alternativa di trasporto. Raggi non dovrebbe essere il nuovo che avanza? Dunque perché parla come i politici degli anni Ottanta e Novanta? Potrà esserlo solo se deciderà di circondarsi di persone impeccabilmente competenti e preparate specie sul tema della mobilità. E invece risulta poco preparata, per ora priva di idee nuove, disposta a ripetere vecchie e trite ricette su temi chiave per la qualità della vita di tutti noi come la mobilità. Uscì bene sull'azzeramento dell'evasione sui bus, ma con questa uscita è tornata a perdere punti.
Dice: beh, ma aho una cosa non esclude l'altra. Vero. Magari Raggi pensa alle autostrade ciclabili (sic) ma poi si rende conto anche della necessità impellente di una sana ciclabilità urbana normale e europea. Bene. Ma allora perché avendo poco spazio sulle pagine nazionali di un quotidiano importante (il più importante) non snocciola le vere priorità e parte con le boutade e le 'grandi opere' ciclabili? Non è questo l'esatto contrario dell'impostazione filosofica a Cinque Stelle?Forse Raggi dovrebbe accorgersi che i cittadini di Ostia per venire a Roma devono essere dotati di una metropolitana-treno dignitoso. Poi una volta arrivati in grande velocità e in grande sicurezza a Piramide potranno aprire la loro bici pieghevole e partire pedalando, su ciclabili protette, per l'ultimo miglio oppure servirsi del bike-sharing che nel frattempo andrà implementato. Ma nessuno al mattino può fare 35km di ciclabile: ne consegue che le priorità ciclabili di Raggi sono piste per turisti e per pedalatori della domenica. Priorità da rivedere con cura e attenzione. Magari una volta trovati dei collaboratori più all'altezza per il settore della mobilità. Magari Raggi potrebbe coinvolgere di più (ammesso che non lo faccia già) Enrico Stefàno, che sul comparto ha idee fresche e europee, mettendo da parte qualche personaggio con idee da Prima Repubblica così come sono inquietantemente (inquietantemente!!!) da Prima Repubblica altri passaggi dell'intervista. Leggete ad esempio dove Raggi dice: "le zone pedonali non ci dispiacciono ma non l'accordo dei cittadini e dei commercianti". Il modo che tutti i politici nei decenni precedenti hanno adottato per non farle, perché se chiedi il benestare ai cittadini per una novità - una qualsiasi novità - avrai quasi sempre risposta negativa, cittadini e commercianti diranno no anche contro il loro interesse, solo per paura e ignoranza. E' alla pancia di questa gente che vuole parlare la candidata grillina? In attesa della prossima intervista...