Prezzo: 16 euro
Clara, fotografa dall’animo inquieto, con due matrimoni e due figli alle spalle, a quarant’anni sembra non avere ancora deciso cosa fare da grande. Per tutta la vita ha agito per non deludere chi amava ma ora, travolta dalla passione per Juan, un uomo sposato, tenebroso e sfuggente, sente che è tempo di tirare le somme. Il racconto ripercorre, durante una solitaria vacanza in Costa Azzurra, questo amore esploso in un’estate rovente e trascinato a lungo, e furtivamente, a Milano e incrocia altri momenti importanti di una vita avventurosa e turbolenta: i genitori e l’infanzia vagabonda, l’adolescenza e la scoperta della sessualità, le amicizie, i figli, gli amanti. Fino a Juan. Il primo amore veramente completo, forse proprio perché è il primo che Clara affronta con il coraggio e la determinazione necessari. Ricordi, echi letterari e musicali, scenari affascinanti ed esclusivi per un romanzo di formazione, intenso, ironico e accattivante, dove a compiere il percorso di maturazione non è una fanciulla, ma una donna con un’esperienza di vita già consolidata e un animo molto speciale, decisamente intrigante e difficilmente dimenticabile.
Un giorno Juan le aveva detto che era finita davvero.«Così non possiamo andare avanti.»«Va bene.»«Non posso lasciare la mia famiglia.»«Lo so.»Inutile dirgli un’altra volta che lei non lo aveva mai chiesto.«Non possiamo più stare insieme.»«D’accordo...»
Ama camminare sulle strade degli antichi pellegrinaggi medievali e ha percorso la Via Francigena, il Cammino Aragonese, il Cammino di Santiago e il Cammino di Assisi, sui quali ha pubblicato con Mursia Contare i passi (2010) e Tutte le strade portano ad Assisi (2011). Scrive di viaggi per il web magazine www.stileedintorni.it, di cui è vicedirettore, e su diversi blog della comunità dei pellegrini e dei camminatori.
*Le mie recensioni*"Qualche lontano amore, di Carla De Bernardi, è uno di quei romanzi che non ti aspetti. È un’opera breve ma terribilmente intensa che riesce a sorprendere il lettore, rivelandosi fin da subito ben più che un romanzo sentimentale a tinte autobiografiche.
Il libro, infatti, pur essendo innegabilmente un inno all’amore, fornisce una descrizione appassionata e feroce di come questo sentimento sia in grado di stravolgere l’esistenza di più persone, di dominare come un padrone crudele che però sa quando concedere una tregua e come dare piacere, un piacere tanto più forte quanto più intenso è il tormento che lo precede. Lo sa bene Clara, la protagonista, che narra in prima persona l’amore complice, doloroso e complesso che la lega a Juan, uomo sposato e padre che non ha alcuna intenzione di lasciare la sua famiglia per lei. Il più diffuso del cliché, dunque, che tuttavia la Bernardi riesce a trasfigurare magistralmente, regalandoci un memorabile affresco di donna, un’eroina femminile che vive la stessa, totalizzante passione di Anna Karenina, ma con la tempra di una lottatrice, una donna che pur nel dolore delle infinite giornate solitarie che un amore clandestino costringe a passare – le feste comandate, le interminabili vacanze estive – riesce a sopravvivere alle tempeste emotive che puntualmente minacciano di travolgerla. Non solo, Clara riesce anche a non perdere se stessa, anzi, rinasce e si rinnova come l’amore che vive, un amore mai uguale, che il tempo trasforma e la lontananza alimenta. L’amore di Clara per Juan vive soprattutto nell’assenza, nella lontananza forzata che anziché separare avvicina: non c’è spazio per i risentimenti, non c’è spazio per i rimpianti o per i sensi di colpa; l’amore che lega i due protagonisti è fuori da ogni coordinata temporale, a tratti quasi fuori dal mondo, completamente slegato dal contesto in cui vive la coppia. È questo, infatti, il miracolo degli amori clandestini, quelli che non devono fare i conti con l’abitudine, con la quotidianità, con le infinite brutture di un’esistenza che quasi mai scorre come desidereremmo. Proprio il loro essere fuori dalle logiche sociali e da ogni forma di dovere, consente alle storie clandestine di vivere una realtà a parte in cui esiste solo l’amore, la passione sessuale tesa fino allo spasmo. Emerge fortissima l’inquietudine di Clara, il suo bisogno d’amore simile a una sete che non è possibile placare, che ricomincia ogni volta più forte di prima, un bisogno che ha radici nell’infanzia, nei genitori che non l’hanno amata come avrebbero dovuto, e che proprio per questo è condannato a non estinguersi mai, a non trovare alcuna soddisfazione al di fuori di un momentaneo sollievo... (continua a leggere su La bottega di Hamlin)
I più romantici non posso assolutamente perdersi “Qualche lontano amore”, edito Mursia, di Carla De Bernardi. Si tratta infatti di uno di quei romanzi in grado di toccare le corde del cuore trascinando il lettore in un turbinio di passioni intense, travolgenti, in grado di emozionare anche se vissute di seconda mano.Il merito, ovviamente, va alla scrittrice e alla sua prosa scorrevole e poetica, che riesce a coinvolgere con la sola forza delle parole e dei sentimenti, senza che nel romanzo, in realtà, accada nulla di eclatante. Perché la storia che ci racconta la Bernardi è una storia come tante, ce ne sono moltissime uguali e leggendo la trama si potrebbe pensare a una vicenda banale, scontata e noiosa: niente di più falso. Se è vero che di storie clandestine è pieno il mondo, e la tormentata relazione tra l’inquieta quarantenne Clara e il tenebroso – e sposato – Juan è così frequente nella narrativa come nella vita reale da essere ormai uno stereotipo tra i più diffusi, è anche vero che la potenza narrativa di una qualsiasi storia sta nel mondo in cui essa viene narrata, e Carla de Bernardi possiede quel particolare tipo di talento letterario in grado di rendere interessante perfino gli eventi e le persone più anonime. È proprio questa virtù dell’autrice a rendere “Qualche lontano amore” un piccolo gioiello, un romanzo breve ma incantevole, che parla di un amore fatto di assenze, di gioie e dolori che si susseguono frenetici, a velocità impressionante, di emozioni forti, di sesso appassionato condito da un tormento che toglie il respiro e non dà tregua. Il dolore di Clara, la protagonista, è così ben descritto da trasmettersi al lettore, che piange, spera e si arrabbia insieme a lei... (continua a leggere su SoloLibri.net)