Una delle cose che adoro più fare è senz'altro andare ai mercatini dell'usato in cerca di libri. Molta gente sembra non capirne il motivo, ma cosa può esserci di meglio di trovarsi davanti a scatoloni o file interminabili di libri polverosi che aspettano solo che qualcuno posi uno sguardo interessato su di loro un'altra volta, come successe prima che venissero abbandonati al loro destino.
Questi libri, oltre alla storia contenuta al loro interno, hanno molto da raccontare. Dalle condizioni in cui versano infatti possono darci un'idea di chi fossero i loro precedenti padroni e delle loro abitudini, nonché del grado di rispetto che portassero nei confronti dei loro libri. A volte al loro interno si possono trovare sottolineature (bene a matita, male a penna) oppure, come mi è capitato, della corrispondenza o delle dediche scritte in occasione di eventi importanti. Ed è proprio qui che il libro assume ancora più importanza, non solo come fatica letteraria dell'autore, ma come parte della vita dell'essere umano.
Otto euro e cinquanta. Ecco quanto ho speso sabato pomeriggio, e sono tutti libri in in condizioni più che ottime.
- Anne Rice, Lo schiavo del tempo, TEADUE, 2002, economica, 1 euro;
- Giorgio Faletti, Io Uccido, Baldini&Castoldi S.p.A., 2003, economica, 2 euro;
- Jack Kerouac, Sulla strada, Mondadori, 1970, cop. rigida, 1 euro;
- W. M. Thackeray, Le memorie di Barry Lyndon, Edipem, 1983, cop. rigida, 1,50 euro;
- Patrick Louth, La civiltà dei germani e dei vichinghi, Ferni, 1977, cop. rigida, 1 euro;
- T. H. Gaster, Le più antiche storie del mondo, Einaudi, 1993, cop. rigida, 2 euro.
Bene, questi i nuovi orfanelli di casa Secco. Sì, ok, messa così fa tanto Oliver Twist, ma il concetto è comunque semplice: perché buttare al macero un libro se può fare la felicità di qualcun altro? Domanda che mi pongo dopo aver fatto qualche anno a partecipare a varie raccolte della carta e dopo aver notato l'enorme quantità di libri che viene buttata via senza scrupolo alcuno.
E.