Non per pigrizia, ma per lasciar corso alle cose, sempre seguendo il motto di Fukuoka del chiedersi cosa si può non fare, non mi affanno come un ossesso sulla produzione intensiva del mio orto. Guardo le cose procedere secondo natura. Poi qualche volta, anch’io dò un aiuto.
E così, dopo un’estate calda, ma soprattutto senza precipitazioni temporalesche, è venuto il momento di metter un po’ d’ordine alle colture, e di aiutarle nella crescita togliendo quelle foglie, tralci, rami e rametti secchi e avvizziti, che più non servono alla pianta, ma anzi, le tolgono energie. Quindi, cesoie alla mano, mi son messo a potare di qua e di là le piante di pomodoro, melanzana, zucchino, e un poco anche il ligustro che cresce ogni anno come un gigante verde davanti alla finestra della cucina – e la cosa è buona: ombra d’estate con la sua folta chioma, luce d’inverno con una netta e decisa potatura. Lui è sempre ricresciuto. Almeno fin’ora.
Mi son sentito un piccolo e novello barbiere dell’orto.
Un nuovo taglio e un nuovo look.
Filed under: Lavori nell'orto