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Qualche volta non si può tacere

Creato il 06 novembre 2013 da Lepiumedoca @lepiumedoca

Cara Virginia, è vero, mi ero riproposta di evitare la politica, in queste nostre conversazioni.

Oggi farò un’eccezione, anche se in fondo di politica non si tratta più. Quando il titolo del principale quotidiano italiano online è «I miei figli come ebrei sotto Hitler», siamo già scivolati via dalla politica e siamo nella provocazione e nei 15 minuti di fama che si devono prolungare in 15 millenni…

Vengono tante risposte, ovviamente, più o meno ironiche. Che sono esattamente quello che il nostro Berlusca va cercando. Mai stare fuori dal radar per più di 10 secondi, e se quello è lo scopo tanto vale spararle sempre più grosse, così si parla, ci si arrabbia, ci si indigna. Qualcuno lo difenderà, e per qualche giorno non parleremo d’altro.

E sai cosa, Virginia? La verità è che tutto questo è noioso. Rumoroso, faticoso, e soprattutto noioso.

Voglio essere qui!

Voglio essere qui!

Voglio fare una passeggiata sulle foglie secche scricchiolanti sotto i piedi e con la luce dolce dell’autunno!

Antonia who can’t take it anymore

Eh cara Antonia, sarebbe facile dire che viviamo tempi difficili dove sembra che la coscienza sia andata persa e l’intelletto pure; dove la storia è predigerita in formato bigino (chi ha fatto le scuole a Milano sa che cosa intendo e forse rimpiange quelle sintesi tuttavia accurate per studenti oberati di compiti a casa), usata in modo sommario, ad uso personale. Dove la dialettica che ci mettevi almeno i due anni del ginnasio per capire che cos’era è alterco e insulto neanche troppo velato.  Sarebbe facile e infatti voglio farla facile anch’io, per una volta; stufa del degrado e della mancanza di lungimiranza di un’intera classe politica e diciamola di numeri consistenti di elettori. La faccio facile e dico proprio: o tempora, o mora. E vediamo se anche su questa esclamazione chi ha un ego grande quanto un paese ci si ritova.

Virginia



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