La Commissione Europea tiene sempre sotto controllo le grandi compagnie d'oltreoceano con una grande attenzione. Sono note le molteplici accuse rivolte a , l'ultima delle quali parla di un comportamento sleale da parte della Big G, che piloterebbe i risultati delle ricerche di Google Search per favorire le aziende gradite rispetto a quelle meno gradite, accusa respinta da parte dei vertici di Google tramite una mail esplicativa in cui si spiegava come i risultati delle ricerche fossero solo in base alla popolarità e non c'era nulla di pilotato.
Stavolta è il turno della Qualcomm, nota azienda che si occupa di processori per dispositivi mobili.
Sono due le procedure antitrust aperte contro l'azienda produttrice dei chip Snapdragon, la prima prevederebbe l'uso di "tangenti" che la Qualcomm avrebbe pagato ai suoi clienti per far usare i propri processori a discapito di altri, mentre la seconda accusa riguarda una concorrenza sleale da parte di Qualcomm che avrebbe venduto dei chip modem 3G sotto i costi di produzione per escludere i competitori dal mercato.
Non è la prima volta che la Qualcomm finisce sotto accusa. Già in passato la società di San Diego aveva pagato 975 milioni di dollari per evitare un'indagine in Cina.
Se la Qualcomm sarà ritenuta colpevole, rischierà una multa fino al 10% del proprio fatturato, una cifra astronomica che costringerebbe l'azienda a rivedere i propri piani.
E cosi, dopo Google, la Apple e Amazon, anche la Qualcomm dovrà difendersi dalle accuse dell' Unione Europea. L'azienda ha già fatto sapere di non riscontrare alcuna verità nelle accuse che le sono state rivolte, e che collaborerà con la Commissione Europea affinchè questo spiacevole episodio venga risolto al più presto.