Il mare era la mente e il vento la sua coscienza, e come tutte le coscienze c'erano giorni in cui diventava difficile stare ad ascoltare. Per questo il vecchio si rifugiava in pensieri dolci e scoscesi che a prima vista sarebbero potuti sembrare ricordi, di quando il paese riluceva di colori nuovi e speranze e lui era un padre e le colline a est erano gonfie di alberi. Non ricordava chi, ma qualcuno una volta aveva detto che le nuvole erano pensieri senza le parole. Niente era più vero nella quiete precaria del pomeriggio.
Il giorno in cui lei se n'era andata il sole non era mai sorto, e c'erano ancora stati i gabbiani da allora? L'universo intero era una cosa da niente, e il tempo nient'altro che un'attesa immobile. Un gruppetto di marinai, forse ubriachi, intonava una canzone per alleviare il peso del lavoro ritmato e spossante, e sotto al sole soltanto una distesa di blu. La solitudine era un migliore amico pacato e introverso.