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QUALCUNO DA AMARE (Like Someone in Love)

Creato il 25 aprile 2013 da Ussy77 @xunpugnodifilm

49012Scene di vita quotidiana (?)

Kiarostami di nuovo fuori dal paese d’origine. Dai toni tranquilli e dal finale “esplosivo”, Qualcuno da amare rallenta e pare girare a vuoto.

Akiko è una prostituta. La nonna è venuta a trovarla a Tokyo dopo alcuni anni e l’aspetta alla stazione. Tuttavia Akiko è attesa da un cliente. Seppur riluttante si reca dall’anziano professore Takashi, che con inaspettata gentilezza la accoglie in casa. Nel mentre il fidanzato di Akiko, Noriaki, geloso e manesco, prova a chiamarla per tutta la notte.

Piccola storia quotidiana nella metropolitana Tokyo, Qualcuno da amare segna il ritorno dietro la macchina da presa dell’autore iraniano Kiarostami. Costretto all’esilio artistico da un regime che gli ha morso il freno, dopo aver “visitato” la nostrana Toscana, stavolta il regista si muove nelle strade di Tokyo con uno stile riconoscibile e ineccepibile. Difatti Kiarostami si muove fluidamente negli ambienti chiusi, riempie di soggettive immobili la pellicola e gestisce perfettamente gli spazi. Eppure Qualcuno da amare sembra che non abbia un senso, che ostenti manierismo e controllo per poi infilarsi in un vicolo cieco (proprio come quello dove abita l’anziano saggio Takashi). Angoli chiusi, nei quali si celano e si srotolano complessi rapporti, conflitti e relazioni. Come quell’amore (o per meglio dire affetto) che prova con profondo rispetto il vecchio professore di sociologia Takashi per la giovanissima Akiko, studentessa di sociologia, che per pagarsi gli studi si prostituisce. Ed è proprio il rispetto per la donna e il suo status che salta all’occhio. Inoltre si nota come Kiarostami abbia effettuato un trasferimento di cultura personale nella metropoli giapponese. Infatti la giovane Akiko non è una volgare prostituta, ma una pudica e imbarazzata giovane donna, che non mostra un centimetro di pelle, che non abbraccia e non bacia nessun cliente. Il tutto si mixa a puntatine di cultura prettamente orientale (la devozione nei confronti della famiglia e la saggezza che risiede esclusivamente in una mente anziana), a sequenze dilatate di vita quotidiana (che hanno un che di surrealmente eccessivo) e a una esagerata verbosità.

Il risultato è un film privo di mordente e non necessario, che imbocca due/tre percorsi che si intrecciano e si sommano, per poi successivamente sbriciolarsi in piccoli frammenti di strade, conversazioni e registrazioni telefoniche. Sicuramente si è di fronte a un maestro della cinematografia mondiale, ma non per questo bisogna setacciare la pellicola con uno sguardo reverenziale. Kiarostami non raggiunge il cuore e si limita a realizzare un esercizio di stile fine a se stesso. Il ritmo, lento e contemplativo, purtroppo non cela nessuna morale e nessun significato profondo. Qualcuno da amare è una pellicola talmente piccola e semplicistica che trasmette poche emozioni. Peccato.

Uscita al cinema: 24 aprile 2013

Voto: **

Leggi la recensione anche su Persinsala.it

http://www.persinsala.it/web/recensioni-film/qualcuno-da-amare-1596.html


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