QUALCUNO LA CHIAMO’ RESURREZIONE
L’impressione che se ne trae è che il patto del Nazareno fosse una zattera su cui la destra doveva aggrapparsi per sopravvivere, ma che il nocchiere sia sempre stato Renzi, non è possibile negarlo. Lo si è visto con la elezione del Presidente della Repubblica.
E questo fatto ha provocato una reazione immediata di Berlusconi, perché abituato com’era a considerarsi e a farsi considerare un grande statista, si è visto perduto. Ma la cosa che lo fa più arrabbiare è il fatto che si trova subalterno alle posizioni del centrosinistra, dopo che per anni il centrosinistra, prono e spesso connivente, ha sopportato la sua arroganza, la sua prepotenza e la sua supponenza.
Ci riprova comparendo all’orizzonte come responsabile “oppositore”.
Ma a quali condizioni?
Minato dalle beghe interne del suo partito e dai rampanti e scalpitanti discepoli in cerca di un posto al sole, sconfitto e con lui i suoi consiglieri durante la tornata per l’elezione alla Presidenza della Repubblica, umiliato e adirato per la marginalità politica a cui è stato costretto.
Cerca un’altra zattera e pare che l’abbia trovata: quella del padano double face, Salvini. Il padano che, nonostante i suoi tentativi ostentati di mostrarsi come il nuovo che avanza, emana un fetore di stantio.
Se le riforme verranno stoppate, si ritornerà a votare. Molti perderanno lo scranno e Berlusconi forse sarà costretto ad abdicare per diventare la comparsa di Salvini. Miracolo strategico che, in tanti, hanno chiamato “resurrezione”.