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250mila morti, milioni di sfollati, territorio completamente sfregiato e stravolto: tutto questo fece quel terremoto di inizio 2010. Non se ne è parlato più, purtroppo.
Eppure, nonostante le mancate luci della ribalta, l'emergenza continua ferocemente ad imperversare.
Le Ong presenti nel territorio avevano chiesto a gran voce di non essere lasciate sole nel dirigere le operazioni di emergenza, in un periodo critico anche per le avvenute elezioni politiche.
Haiti è stato classificato ultimo su 180 Paesi nelle classifiche di crescita degli ultimi anni; si è piazzato subito dietro all'Italia, aggiudicatasi un ottimo 179° posto.
Nonostante tutto, questa è un'altra triste storia.
Haiti rimane lì, impassibilmente distrutta. Sciacalli dovunque, bambini rimasti orfani che, "fortunati", a spicciolate riescono a raggiungere Paesi più agiati per adozioni salvifiche.
Tutto questo è Haiti.
Haiti è anche colera; malattia che in queste settimane sta devastando popolazioni già ferocemente debilitate.
Sotto ogni punto di vista, purtroppo. Dalle pagine di rapporti di Peace Reporter si leggono cronache orrende:
Il colera si sta diffondendo a macchia d'olio. È un problema grosso. Nato nella periferia nord della Repubblica haitiana si è diffuso in buona parte del paese, raggiungendo Port au Prince. [...] Le vittime salgono ogni giorno. [...]
Qui la gente vive appesa a un rigagnolo d'acqua, portata da un fantomatico fiume, e con questa ci fanno tutto, la bevono, ci cucinano, ci lavano il bucato. E il colera si moltiplica. La maggioranza delle persone poi vive accampata in tende di fortuna fatte di lenzuola e poco più. Sono distese che si perdono a vista d'occhio. E questo certo non aiuta. Purtroppo dal terremoto di un anno fa la situazione è questa. Senza nessun rispetto per le minime norme igieniche.
Non esistono nemmeno le fognature. Ce n'è una rudimentale qui a Port au Prince che però scarica tutto in mare, senza nessun tipo di filtro. Le peggiori conseguenze si abbattono sui bambini, [...] loro sono le principali vittime del colera perché toccano ovunque, mettono le mani in bocca, si stropicciano.
Ed è la fine. Ed è anche poco facile che qui la gente si metta in mente la prevenzione.
È una cultura che non appartiene loro. E del vaccino che dire? Innazitutto, che va somministrato su pazienti sani. Quindi, pensare di sedare l'emergenza con il vaccino è inutile.
L'unica cosa è cercare di limitare i danni. [...] Si deve tener conto che con il terremoto son venute giù anche le carceri, quindi molti delinquenti sono in giro e certo non contribuiscono a sedare gli animi. Anzi, sono in prima linea nel caos. E' tutto molto complesso. Ci sono sparatorie, roba seria. E certo la presenza dei soldati Onu non placa gli animi.[...]"
E' questo il resoconto espresso, crudamente, da operatori sul luogo del delitto.
Ad oggi, purtroppo, l'emergenza continua a persistere. Più forte che mai.
Nonostante la pochissima visibilità, ad oggi si sono superati i 2700 decessi. Secondo rapporti emessi dal Ministero della Sanità locale, il numero di contagi si aggira attorno a 130mila con un numero di decessi prossimo a 40 persone al giorno.
Stime internazionali parlano di oltre 400mila potenziali contagi, nei prossimi mesi di inizio 2011.
A proposito di stragi silenziose, altre tristissime cronache da aggiungere al libro nero dell'umanità.
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