Qualcuno, una volta, pacato come un bue,
mi disse che serve solo poca grazia.
Altri, risoluti come mitici monarchi,
urlarono che il fato non si tocca,
che i re resteranno re
e che i pastori s’allieteranno sotto i pini.
Ma il morso crudo della domanda,
quella noia salmastra che graffia il bronzo,
il silenzio di chi ha una pezza nella gola,
non sono domati dalla grazia,
nè dal fato ammutolito e cieco,
nè dal cielo,
che si rabbuia e poi si spande come olio,
nel suo impietoso e lento azzurro mattutino.
L’orrore dell’uomo
è sapersi troppo scaltro
per fare della clorofilla
amore.
Foto di Ed Schipul
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