1975: One Flew over the Cuckoo’s Nest di Milos Forman
Il termine «capolavoro» è tra i più abusati. Ma non è questo certo il caso.
Uno dei titoli più giustamente celebrati dell’intera storia cinematografica, un film che a distanza di tanti decenni non ha perso nulla e che se fosse girato oggi non una virgola andrebbe cambiata. Il cecoslovacco Milos Forman è un grande regista, capace di spaziare con maestria da un genere all’altro (nella sua filmografia spicca anche un gioiello come Amadeus). Emigrato negli Stati Uniti dopo la primavera di Praga, nel 75 girò il suo secondo film hollywoodiano, Qualcuno volò sul nido del cuculo, comunemente considerato il suo lavoro migliore.
Tratto dall’omonimo romanzo di Ken Kesey del 1962 e dall’adattamento teatrale di Dale Wasserman portato in scena nel 1963 da Kirk Douglas, Qualcuno volò… è uno di quei rari lavori in cui tutto funziona alla perfezione, dal cast alla regia, dalla sceneggiatura agli aspetti più meramente tecnici, dal ritmo al messaggio. Una delle più decise e amare denunce della paura per il diverso che attanaglia la nostra società, un accorato appello alla comprensione e alla solidarietà quanto mai attuale in un mondo che vede sempre più trionfare meschino individualismo e gretto egoismo.
Un film, ha scritto Pino Farinotti, “che a buon diritto fa parte della leggenda del cinema”, che ha saputo miscelare perfettamente spettacolarità e contenuto dall’alto significato, ricevendo l’applauso incondizionato dell’intera critica e del pubblico di tutto il mondo. Un film che diverte, commuove, indigna… coinvolge come raramente accade pur nella sua complessità (Ugo Casiraghi parla di un lavoro che analizza “tutte le possibili antitesi: normalità-follia, libertà-schiavitù, tolleranza-repressione, individuo-establishment, eros-castrazione…). Un film che non si dimentica e che si ha sempre desiderio di rivedere.
Jack Nicholson proprio con questo film inaugurò il suo recitare «sopra le righe» che ormai da tempo lo contraddistingue. «Recitare sopra le righe» è considerato giustamente un difetto ma non nel grande Jack che ha saputo trasformare una pecca in un virtuosismo impeccabile e da plauso incondizionato. Bravo, bravissimo… ed è dire poco. Strameritato Oscar. Ma tutti gli attori in questo film sono da Oscar, dalla formidabile Louise Fletcher (che lo vinse) all’indimenticabile e struggente Brad Dourif (che ebbe la nomination), da Danny Devito a Christopher Lloyd, da… (tutti andrebbero citati, uno più bravo dell’altro).
p.s.
Chiarificatrice l’interpretazione che troviamo su Wikipedia riguardo al titolo del film: Il titolo è altamente simbolico, ma la traduzione italiana limita la comprensione effettiva del suo significato. Letteralmente riprende il verso di una filastrocca: Three geese in a flock, one flew East, one flew West, one flew over the cuckoo’s nest (“Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo”). Il termine inglese “cuckoo” indica propriamente il cuculo, ma in senso traslato significa anche “pazzo” e quindi il titolo potrebbe essere tradotto con “qualcuno diventò pazzo”.