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Quale futuro per i giovani?

Creato il 20 giugno 2011 da Mnc

Ogni giorno mi sento dire, soprattutto  dai “GIOVANI” la seguente frase: “Non vedo l’ora di andarmene da questo posto, magari di andare all’estero!” Dopo aver studiato essermi  laureato/a  vorrei realizzare il mio sogno: Lavorare, guadagnare e formarmi una famiglia.Infatti in Italia, con l’attuale crisi economica, dove la Politica non dà risposte assolutamente adeguate, i Giovani, non possono permettersi di  sognare, di credere in quello che fanno:  se vanno via da casa non possono mantenersi da soli; non possono  scommettere sulla loro  abilità e trasformarla in un lavoro appagante( il sogno della loro vita), perché  il rischio è troppo alto.Molti giovani, volendo intraprendere un lavoro, magari attinente al percorso di studi da loro svolto, la prima domanda che si sentono rivolgere e’ la seguente: “Ma…conosci qualcuno? Se la risposta è no, allora puoi anche aprire gli occhi e smetterla di sognare . O forse è meglio che cominci a leccare i piedi alla persona giusta.Siamo in un Paese in cui non conta quanto sei bravo, ma conta chi ti raccomanda. Non conta avere delle abilità particolari, conta avere alle spalle un nome conosciuto (Politicamente parlando). Non importa essere capaci, in gamba, esperti in qualcosa, basta guardare  gli spettacoli a dir poco raccapriccianti che ci propina ogni giorno la televisione, per rendersi conto il fiume di  ignoranza totalmente  gratis e per tutti. Questo è l’obiettivo di coloro che stanno in alto: la totale regressione culturale. Davanti all’ignoranza, il potente diventa onnipotente.Ma ciò non e’ riferito solo alla TV. Ci sono tanti altri lavori che hanno richiesto anni di studiPenso agli insegnanti  che  in Italia sono pagati un terzo rispetto al resto d’Europa. Penso ai Medici, agli Ingegneri  professioni che  nel resto d’Europa sono valutate di più e consentono l’accesso a percorsi e ambienti che in Italia praticamente non esistono, ad esempio come quello della  ricerca in campo medico. CI sono tante altre professioni  richieste in Europa ed in America, e che sono sconosciute o vengono ignorate in  Italia.Ed ecco che viene fuori tutto l’egoismo che c’e’ dentro di noi: non esiste più una patria, non c’è più un senso di appartenenza comune. Ciò che ci unisce è l’odio per qualcuno  o per qualcosa: per una classe sociale (gli immigrati), per i genitori, per i figli, per i professori etc.D’altronde, questo è il messaggio che arriva dalla politica.Davanti a questa regressione culturale e sociale che sta incombendo sul nostro Paese, senza che noi apparentemente ce ne rendiamo conto, chi non sognerebbe di scappare da questo posto e realizzare i propri sogni altrove?Chi tra i tanti giovani  non ha mai pensato di andarsene per giocarsela fino in fondo?Dobbiamo permettere che accada tutto ciò in Italia?La soluzione è davvero la fuga?

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