… il diavolo è solo una scusa. Quello che potreste vedere non è altro che il riflesso della vostra immagine. Chi vi fa dire oscenità spaventose siete voi stessi interpellati in maniera fugace, incapaci di conoscere, limitati dalla smania di potere. Nessuno vi afferra dal basso, nulla piomba dall'alto su ali piumate. La vostra mediocrità è già tragedia. La commedia si appropria ormai dell'ottusità, della miseria dello spirito. Voi stessi vi avvoltolate marci e in via di decomposizione. Potrebbe diventare così semplice tentare nuove possibilità salvifiche. Sento una putrida palude nella quale c'è rischio di sprofondare, ma vedo una dimensione surrealista, dipinta con maestria e incommensurabile arte; sono travolta da una vertigine, vivo un'esperienza sensoriale annichilente, viro verso la trasformazione. Il paradosso: una visione, non vorrei più riemergerne. Vorrei continuare a sperimentare spingendomi forte verso una comprensione dell'incredibile. Reazione sperata, significante: fuori dalla povera realtà, dentro il mito. In principio era l'azione. Faust. Poche parole poco esplicative per non dire ch'ho goduto del film di Aleksandr Sokurov.
Niente di più, solo le immagini splendide di un amico che nell'arte si perde e dell'arte si folgora. Qui La quadratura del cerchio.