di: Renzo Zambello
Riporto testualmente una domanda e la mia risposta che mi è stata fatta oggi sul Guestbook dalla quale, a mio giudizio, emerge chiaramente come l’indicazione ad una terapia individuale, di coppia o altro debba dipendere sempre dalla obbiettiva situazione personale o relazionale del richiedente e mai da una scelta a priori che rischierebbe di diventare “ideologica”. Abbiamo centinaia di indirizzi terapeutici, alcuni molto diversi tra loro. Il compito del terapeuta dovrebbe essere quello di valutare sempre ciò che il paziente chiede, gli strumenti che lui ha a disposizione e chiedersi se sono congrui o meno . In fondo questo è già avvenuto in medicina. Lo specialista non si sente svilire professionalmente se, fatta una valutazione obbiettiva dice: “ senta, ho capito il suo problema, le consiglio di andare dal Collega X perché lui ha gli strumenti e l’esperienza che la possono aiutare”. La verità è che siamo sempre tentati di crederci più bravi degli altri e se scopriamo qualcosa pensiamo sia la panacea per tutto. E’ una tentazione che ha toccato un po’ tutti i nostri “padri” fondatori. Pensiamo a Freud che andando in America con Jung pensava di “portare la peste” cioè qualcosa che universalmente avrebbe rotto ogni equilibrio. Lui, allora era convinto che la psicoanalisi potesse servire a tutti. Dovranno passare decenni prima che si accorgesse che non è vero ed oggi, credo non ci sia psicoanalista che non sia consapevole che la sua terapia può essere utile solo in una percentuale di pazienti neanche così alta.
Domanda: Gentile dottore, non so se la mia domanda le sia stata già posta in passato, ma avendo scoperto il suo gradevole spazio, approfitto della sua gentilezza e professionalità.Il mio problema è di tipo sessuale, ebbene, sono sposato da 10 anni con un donna che conosco e frequento dai tempi della scuola, oggi abbiamo 38 anni.Io sono stato il suo primo uomo, nonostante abbia avuto un paio di fidanzati prima di me, mentre io ho avuto una deludente esperienza sessuale prima di lei.Non sono mai stato un buon amante con lei, difatti non abbiamo mai sperimentato posizioni o pratiche particolari. Io ho sempre rispettato mia moglie che non gradisce rapporti orali, praticarli e riceverli, ne sesso anale, anche l’intensità dei rapporti non è mai stata frequentissima, diciamo con una media di 1 volta al mese.Siamo una coppia piacente e piacevole ed ultimamente sento di avere problemi di erezione, ovvero nonostante senta il piacere ed il desiderio di possederla, non riesco a raggiungere un’erezione che mi faccia proseguire nel mio intento. Ultimamente, oltretutto, continuo a provare piacere, raggiungendo l’erezione, sognando mia moglie che faccia l’amore con altri uomini davanti a me e con il mio consenso. Immagino l’altro uomo molto più deciso e pratico di me che riesca a farsi concedere da mia moglie tutte le pratiche a me negate.Ho provato a parlare con mia moglie, ma non riesco a spiegarmi bene per vergogna. Mi piacerebbe, se possibile, sapere se è normale il mio sogno ed eventualmente se sarebbe giusto attuarlo o se debba prendere dei rimedi alternativi. La ringrazio buon lavoro
Risposta: Il tema della fedeltà o tradimento all’interno della coppia tocca problemi e tematiche enormi di ordine filosofico, morale, religioso, sociali e non ultime anche genetiche. Non ho il tempo, né lo spazio e tanto meno la capacità di inoltrarmi in questi campi. Cercherò quindi di dare una risposta alla sua domanda fermandomi se pur impropriamente, me ne rendo conto, alla sua storia e alle sue fantasie.
Lei racconta che un uomo ed una donna ancora giovani ma non giovanissimi, si ritrovano dopo circa 10 anni di matrimonio a fare i conti con una sessualità di coppia ridotta al lumicino e un’ esperienza precedente il matrimonio, sia dell’uno che dell’altra quasi zero. Lei, Marco scrive che sente una chiara insoddisfazione per la situazione e si affacciano fantasie di rapporti a tre dove lei si ecciterebbe a guardare sua moglie che viene posseduta, “finalmente” da un altro nelle modalità che piacerebbero tanto a lei.
Se ho capito bene, se questo è quello che lei mi dice, credo che non bisogna essere psicoanalisti per vedere che dietro a queste fantasie si affaccia una debolezza del senso Sé ed anche una incertezza di identità, caratteristica degli adolescenti. Li, a quel tempo si è fermato la sua evoluzione affettiva sessuale, da li può ripartire per “crescere”. Come? Credo che una terapia ad indirizzo psicodinamico la potrebbe aiutare molto. Potrebbe essere utile una terapia di coppia, modificherebbe alcuni comportamenti un po’ “rinsecchiti” ma, non la aiuterebbe a capire alcune cose sue, più antiche e profonde.
Video: Psicoterapia: quale?