Magazine Diario personale
Una delle cose che i cubani della mia generazione mi dicono con forte preoccupazione e' l'incertezza riguardante il futuro dei loro figli,vanno a scuola,i piu' fortunati all'universita'...ma poi?
Quale prospettiva hanno quei ragazzi?
Un lavoro con paga da fame oppure,nel caso di una ragazza,uno yuma che risolve.
Per questa ragione il cambio di alcune cose a Cuba e' auspiscabile,per le nuove generazioni a cui bisogna indicare un futuro magari nel loro paese.
Sono partito da Cuba per arrivare e portare il discorso nel nostro bel paese,conosco i giovani e le loro inquietudini,ogni estate ne prendo una trentina a lavorare con me nell'animazione e in palestra ne vedo tanti e parlo molto con loro.
I giovani attuali sono la quinta generazione dal dopoguerra,la prima sono stati i nostri nonni,una vita spesso da bestie,la guerra e il lunario da sbarcare in qualche modo tirando su famiglie spesso numerosissime.
Poi ci sono stati i nostri genitori e il boom economico del nostro paese figlio delle tante opportunita' che sempre un dopoguerra regala,hanno vissuto un po' meglio dei loro padri;la prima utilitaria,la prima casa comprata e un minimo di benessere.
Siamo arrivati noi,nati nella prima meta' degli anni sessanta,noi che avevamo 20 anni a inizio anni 80 e tante opportunita',chi piu' chi meno l'abbiamo sfangata tutti,abbiamo conquistato un livello di vita superiore rispetto a quello dei nostri genitori.
Certo lavorando duro ma,legalmente,non conosco altre strade per crescere,e siamo ancora qua' con progetti e idee,viaggi e donne,suv e loft.
Anche noi abbiamo abbiamo raggiunto un livello di vita superiore a quello dei nostri padri.
Poi sono arrivati i nostri (vostri) figli,quelli fatti quando eravamo giovani,che oggi hanno 27/30 e che hanno beneficiato degli ultimi momenti di gloria,hanno un lavoro,forse,un mutuo e tutto sommato possono anche campare senza il nostro ausilio,anche se un aiutino e' sempre gradito.
Questi,con il loro nulla nella zucca,se va bene hanno il nostro livello di vita,ma spesso un po' di meno,la parabola di crescita che dal dopoguerra e' sempre stata costante si e' prima fermata per poi iniziare inesorabilmente a decrescere.
Ma i ragazzi di oggi?
Quale futuro hanno i 17/23 enni in un mondo come quello che si sta' prefigurando per il futuro?
Parlo con molti in palestra dicevo,quasi sempre quando trovano un lavoro e' a tempo determinato,e non parlo di 3 anni parlo di contratti a una settimana magari rinnovabili per un altra o per altre due,dipende se nella fabbrica dove l'interinale li pone c'e' piu' o meno lavoro.
Quelli che hanno culo contratti da un anno a 800 euro al mese senza nessuna certezza di conferma.
Come fanno a programmarsi una vita, un matrimonio,dei figli in queste condizioni?
Una qualunque banca oggi per concedere un mutuo o un finanziamento vuole un contratto a tempo indeterminato e almeno 2 anni di lavoro nello stesso luogo...
Se non intervengono i genitori questi da casa non se ne vanno piu',e non per il discorso dei bamboccioni ( o meglio ...non solo ma non e' colpa dei ragazzi ma dei genitori) ma perche' se non hai i soldi con cosa affitti una casa?
Certo,e qua' torno sul discorso dei bamboccioni e dei genitori,occorrerebbe anche tirarsi su le maniche,nell'edilizia c'e' lavoro cosi' come nell'idraulica e in altri settori dove c'e' da farsi il culo,alzarsi presto e lavorare al freddo ma perlomeno si lavora ma fino a quando la paghetta e' assicurata chi glielo fa fare?
Comunque la parabola discendente si e' accentuata e oggi un genitore,a meno che non glielo offra lui o abbia agganci importanti,non ha la prospettiva che il figlio abbia un lavoro tale da consentirgli una vita agiata.
Oggi anche qua' la carenza di prospettive importanti esiste,un po' come a Cuba ma con la differenza che qua' e' tutto oramai fatto mentre laggiu' e' tutto da fare.