Gli obiettivi di un mental coach sportivo sono vari e diversi, a seconda che il coachee sia un allenatore piuttosto che un giocatore.Gli obiettivi di un mental coach sportivo sono vari e diversi, a seconda che il coachee sia un allenatore piuttosto che un giocatore.
Nel primo caso si farà molta leva sul concetto di leadership, inteso come trascinatore, una figura che sia in grado di svolgere un ruolo di guida, di ancora di salvezza alla quale i giocatori possano aggrapparsi per ricevere aiuto. È importante specificare come questo non debba verificarsi più e più volte; il compito di un mental coach è infatti quello di rendere il soggetto sicuro di sé e dei propri mezzi, non deve instaurare un legame di dipendenza ma metterlo nella condizione di agire autonomamente.
Gli obiettivi di un mental coach sportivo verso un allenatore pertanto saranno:
- migliorare la comunicazione interpersonale, fondamentale per chi allena un gruppo in quanto colui che ascolta è sinonimo di una persona attenta alle necessità altrui. Il meccanismo che si innesca è: “Se sei premuroso e comprensivo io sarò sicuramente più predisposto a fidarmi di te e accettare qualche tuo piccolo suggerimento, non ti vedrò come un nemico ma come un alleato”;
- insegnare strategie di preparazione alla gara, utili per mantenere la concentrazione nel corso del suo svolgimento e che a loro volta verranno impartite al giocatore interessato, così come strategie di gestione dei conflitti, necessarie per mantenere la calma in situazioni di crisi in cui fermezza e autocontrollo risultano essere determinati per una buona riuscita dell’attività;
- migliorare la comunicazione nel gruppo, se si sta parlando di uno sport di squadra. È importante che fra i giocatori ci sia sintonia, sapere che tutti convergono verso un’unica direzione. Affidarsi alle prodezze di un singolo, che può avere anche una giornata no, sarebbe un errore colossale;
- formare identità vincenti per massimizzare i risultati.
Nei confronti di un giocatore, invece, gli obiettivi di un mental coach sportivo sono leggermente diversi, incentrati più su sulla sfere delle sensazioni provate durante una performance:
- stabilire con coscienza e coerenza traguardi veramente realizzabili e stimolanti;
- sviluppare un senso di fiducia, consapevolezza e coraggio nelle proprie capacità;
- creare strategie che aumentino il livello di concentrazione a ridosso di una gara e durante il suo svolgimento, nonché la persistenza dell’impegno;
- gestire situazioni, caratterizzate da una forte tensione emotiva, che si possono verificare nel corso di una partita;
- conseguire o mantenere, a seconda dei casi, un livello di motivazione e di “fame sportiva” elevatissimo, tanto in allenamento quanto in gara;
- eliminare l’impatto negativo di eccessive pressioni nell’ambiente lavorativo;
- velocizzare i tempi di recupero a seguito di un infortunio;
- essere in grado di gestire sconfitte e vittorie;
- raggiungere prestazioni eccellenti, performance da applausi e standing ovation;
- cucire addosso all’individuo il concetto di una modalità vincente.
Analizzati quali siano gli obiettivi di un mental coach sportivo si può dunque evidenziare che in entrambi i casi si punti alla realizzazione personale: da un lato la consapevolezza di aver creato un campione piuttosto che una squadra di altissimo livello, forte tatticamente e mentalmente, insomma un panzer da guerra ben allestito, una corazzata, e dall’altro il raggiungimento del successo, la tanto agoniata medaglia, attraverso delle performance eccezionali, da standing ovation, in cui viene mostrato il proprio valore e la propria tenuta mentale.