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Quali sono le Tassazioni sugli Investimenti?

Da Tradinginrosa

I piccoli Risparmiatori sono messi a dura prova negli ultimi anni, in quanto i tipi di investimenti che un tempo rappresentavano il porto sicuro per i risparmi sono diventati infruttuosi e onerosi, per cui nella confusione non si sa bene quale possa essere il prossimo passo per rendere operoso e remunerativo il proprio denaro.

Il calo dei rendimenti dei titoli del debito pubblico italiano, dovuti ai provvedimenti della Banca Centrale Europea in merito alla crisi scoppiata nel 2011, che si sono poi tradotti in un calo dei suddetti rendimenti, hanno reso meno convenienti gli investimenti in titoli di stato, che seppur rimanendo in territorio positivo, si trovano riportati a zero dalle tassazioni sui guadagni finanziari e dall’imposta di bollo salita allo 0,2. Così dal 15 gennaio 2015, il Governo ha obbligato le banche a ridurre o cancellare le commissioni applicate sui BOT in asta, nel caso il rendimento risulti nullo o a stento positivo.

I cittadini possono investire in titoli di Stato:

  • Sottoscrivendo i titoli nelle fasi d’asta organizzate dal Tesoro oppure
  • Acquistando i titoli su uno dei mercati secondari, come il MOT di Borsa Italiana

In ambedue i casi le operazioni di investimento vanno gestite da un intermediario abilitato sulla base di un contratto di ricezione e invio ordini per conto del cliente, di custodia e amministrazione dei titoli cioè “deposito titoli” o anche detto “dossier titoli” (con costi massimi fissati per 10, 00 euro semestrali).

I titoli di Stato possono anche essere acquistati indirettamente, attraverso la sottoscrizione di:

  • polizze,
  • fondi comuni,
  • fondi pensione,
  • gestioni patrimoniali.

In fase di sottoscrizione dei titoli alle aste organizzate dal Tesoro (mercato primario) le banche e gli intermediari applicano delle commissioni a carico della clientela per cui il governo ha imposto la limitazione delle commissioni massime (soprattutto in riferimento alle commissioni massime applicabili in fase d’asta ai BOT  visto che sugli altri titoli come  BTP,  CTZ e CCT resta il divieto di applicare commissioni) su questi livelli:

  • Lo 0,03% del capitale sottoscritto per i BOT mensili
  • Lo 0,05% del capitale sottoscritto per i BOT trimestrali
  • Lo 0,1% del capitale sottoscritto per i BOT semestrali
  • Lo 0,15% del capitale sottoscritto per i BOT annuali

Se il prezzo d’asta dei BOT dovesse essere inferiore a 100 ma il prezzo totale superasse tale importo,cioè includendo la ritenuta fiscale e le commissioni stesse, queste ultime dovranno essere ridotte, e se il prezzo d’asta dei BOT risultasse pari o superiore a 100 le commissioni andranno annullate. Questo per evitare che per effetto delle stesse il rendimento per i risparmiatori diventi negativo.

Quindi la Fiscalità complessiva Statale a carico dei piccoli risparmiatori sui titoli del debito pubblico si riassume in tre tassazioni distinte:
• sugli interessi (pari al 12,5% delle cedole lorde pagate da BTP, CCT e titoli analoghi, nonché della differenza tra prezzo di rimborso e prezzo d’asta di BOT e CTZ);
• sull’eventuale capital gain (pari al 12,5% della differenza tra prezzo di vendita e di acquisto, solo se positiva);
• imposta di bollo dello 0,2% sul deposito titoli

Ma se i titoli di stato, vengono venduti prima della scadenza con realizzo di un capital gain (differenza positiva tra vendita e acquisto) allora si applica il 26% di tassazione.

Gli interessi maturati dagli investimenti sono soggetti ad una tassazione statale in misura differente in base alla tipologia dell’investimento stesso. Per quanto riguarda i conti correnti e i libretti postali, l’imposta di bollo, si paga in misura fissa di 34,20 all’anno per le persone fisiche e 100,00 all’anno per gli altri soggetti. Sotto i 5.000,00 euro di deposito si è esentati dal pagarla, in questi 5.000,00 sono compresi (quindi sommati) tutti i rapporti di credito che il soggetto ha con la banca o con le poste, non se si ha un conto corrente alla posta e uno o piu libretti di risparmio postale, perché il conto è su BancoPosta di Poste Italiane e i libretti sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti.

Se l’imposta di bollo sui libretti postali dovesse superare gli interessi maturati su di esso e quindi far andare in negativo il libretto e si sia intestatari di un solo libretto con saldo al 31 dicembre superiore al saldo del 1 gennaio, l’eccedenza della tassa non viene applicata. In caso di libretti o depositi cointestati, Poste Italiane specifica che per ogni prodotto si paga comunque l’imposta di bollo se si superano i 5.000,00 euro (nel senso che non si fa conto che sarebbero 2.500,00 a testa) e ancora, il singolo co-titolare deve sommare tutti i suoi rapporti di credito, anche laddove è il solo titolare, per cui se dovesse superare i 5.000,00 dovrà pagare anche se il singolo prodotto non supera il limite.

Per quanto riguarda i conti deposito, i buoni postali e gli investimenti vari, il bollo sul conto deposito è pari allo 0,2% delle somme depositate, anche in questo caso non si paga se si sta sotto i 5.000,00 euro.

Visto che i Buoni fruttiferi postali garantiscono il rimborso dell’intero capitale versato, nel caso l’applicazione dell’imposta di bollo andasse ad erodere parte del capitale, la porzione che lo eroderebbe non è da pagarsi.

L’imposta di bollo si paga per ogni conto corrente, libretto postale o investimento come:

-conto deposito

-buono fruttifero postale

-polizze di investimento

-deposito titoli

-bond

-fondi sicav

Per quanto riguarda invece i fondi pensione, sono tassati al 20%.

La tassazione sulle rendite finanziarie è pari al 26% sugli interessi maturati per i:

-conti correnti

-conti deposito

-fondi comuni di investimento

-gestioni patrimoniali

-obbligazioni e bond bancari e societari)

-etf

-polizze vita e polizze di investimento

-azioni e investimenti in borsa in genere

-trading in generale (materie prime, forex, opzioni binarie…)

Inveca la tassazione sulle rendite finanziarie è pari al 12,5% sui:

-buoni fruttiferi postali della cassa di risparmio

-titoli di Stato (Btp, Bot, Cct)

-altri titoli emessi da organismi internazionali e obbligazioni emesse da Stati esteri white list (ossia investimenti presso quei paesi che hanno aderito ad una serie di accordi internazionali con i quali si rendono disponibili a dare informazioni fiscali inerenti gli investimenti nel loro territorio compiuti da cittadini Italiani, e non solo, con l’obbiettivo di combattere l’evasione fiscale).

In Conclusione, su qualsiasi prodotto il cittadino decida di orientarsi, dovrà dunque bene informarsi non solo su quali potranno essere i rischi e i rendimenti ma anche a quale livello di tassazione andrà a rispondere e valutare poi, l’effettiva convenienza dell’investimento.


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