“Qualunque sia la verità”, diceva lui, “essa deve dipendere da una bizzarra e rara combinazione di eventi, per cui non dobbiamo esitare ad ammettere per veri tali eventi per arrivare a una spiegazione. In mancanza di dati, dobbiamo abbandonare il metodo analitico o scientifico d’indagine e dobbiamo usare quello sintetico. In altre parole, anziché partire da eventi conosciuti e dedurre da essi ciò che è accaduto, dobbiamo fabbricare una spiegazione ipotetica che sia però compatibile con gli elementi che conosciamo. Poi metteremo a confronto la nostra spiegazione con ogni nuovo fatto che possa emergere. Se tutti i fatti s’incastreranno, vorrà dire che probabilmente siamo sulla strada giusta; e con ogni nuovo fatto questa probabilità aumenterà in progressione geometrica finché la prova non diventerà definitiva e convincente.”
Dal racconto “L’uomo con gli orologi” di Sir Arthur Conan Doyle.
Vi chiederete, ma che c’entra questa citazione con la mia vita da pendolare? C’entra, perché l’ho ripresa da questo libro:
Delitti in Treno, AA.VV., Mystery Collector’s Edition, Polillo Editore
che ovviamente sto leggendo durante i miei quotidiani viaggi in treno :)