Volgare, ignorante, arrogante, corrotto e corruttore, amante delle forme femminili e nemico della legalità: è Cetto La Qualunque, imprenditore calabrese sceso in politica. Nato dalla mente del comico Antonio Albanese ben otto anni fa, il personaggio ha conosciuto un inarrestabile e sempre maggiore successo: dal programma Non c'è problema, passando per Mai dire domenica fino a Che tempo che fa, il calabrese senza sogni ma amante del “pilu” ha conquistato una solida e fedele schiera di fan. Il passaggio dal piccolo al grande schermo è stato quindi un passo naturale: al cinema abbiamo così l'opportunità di conoscere Cetto prima dei successi elettorali. Scopriamo infatti che al suo ritorno da “un soggiorno” forzato in Sud America, La Qualunque si trova di fronte ad un dramma: come candidato sindaco della sua città c'è De Santis, un uomo onesto e rispettoso della legge. Per evitare questa pericolosa ondata di legalità Cetto si candida a sua volta: con l'aiuto della sua poco raccomandabile banda di amici e di un misterioso stratega pugliese naturalizzato milanese (Sergio Rubini), La Qualunque intraprende la sua sincopata e totalizzante campagna elettorale.
L'uscita dell'ultimo film di Antonio Albanese è diventata un evento: attesissimo dai fan, lanciato con una campagna pubblicitaria originale ed insolita per il panorama distributivo italiano (da mesi finti poster elettorali con slogan creati ad hoc campeggiano per le città italiane e sulla rete), il film ha saputo attirare su di sé un interesse mediatico incredibile. Aiutato anche dai fatti di cronaca attuali,
Qualunquemente ha nel tempo cambiato forma, passando da film comico, scritto e prodotto per ridere a denti stretti, ad una sorta di pellicola manifesto, politica e con aura di messianicità. Tantissima carne al fuoco dunque, forse troppa, per un solo film.Il personaggio di Cetto è, come al solito, magnificamente interpretato da Albanese, vero talento comico, che riesce a dare una caratterizzazione a tutto tondo al suo personaggio: dai vestiti (straordinaria l'idea del completo gessato con il messaggio elettorale scritto nelle righe del tessuto) ai capelli, dalla camminata all'espressione arrogante, il suo Cetto è un animale da campagna elettorale, che nonostante la cafonaggine alle stelle e la chiara impronta criminale, in fondo in fondo non può non suscitare simpatia. Ed è questa la cosa più inquietante: il contraltare di questi criminali prestati alla politica mostrati dalla pellicola, in questo caso il candidato sindaco De Sanctis, sono persone tristi, grigie, senza voce. Così, tra una gag e l'altra, le riflessioni sulla politica italiana si sprecano, e il riso spesso si trasforma in amara considerazione. Albanese e soci allestiscono dunque un carrozzone kitsch, colorato all'inverosimile, surreale, grottesco e malinconicamente feroce che, se da una parte ha alcuni momenti altissimi (quello della ricevuta fiscale su tutti), dall'altra soffre il passaggio dai tempi perfetti e brevi dello sketch televisivo a quelli più lunghi ed articolati del cinema. In particolare la parte centrale, quella in cui compare lo stralunato ed insolito personaggio interpretato da Sergio Rubini, un guru del consenso, mago delle campagne elettorali che pratica la meditazione e che non si capisce bene a chi e a cosa si riferisca, fatica nel mandare avanti la narrazione. Digressioni zen a parte, il film è tutto sulle spalle di Albanese, che, anche se contornato da ottimi professionisti, come Lorenza Indovina nel ruolo della moglie, ruba la scena con la sua prorompente fisicità comica. L'ironia e lo sguardo lucido e disincantato sono intatti, ma a soffrire è il ritmo. Nonostante qualche pecca però, si ride a denti stretti e si riflette non poco. Antonio AlbaneseLa citazione: "Quante volte ti devo dire che le tasse sono come la droga? Se le paghi una volta, anche solo per provare, finisce che ti prende la voglia!"Hearting/Cuorometro: ♥♥♥Pubblicato su ilsussidiario.netTitolo originale: QualunquementeRegia: Giulio ManfredoniaAnno: 2011Cast: Antonio Albanese, Sergio Rubini, Lorenza Indovina, Luigi Maria Burruano, Antonio Gerardi, Salvatore Cantalupo