Quand’è il momento giusto per un uomo di sposarsi?

Da Phoenixseduzione

Le nozze rappresentano indubitabilmente un momento fondamentale della vita di tutti noi, ma è scientificamente dimostrato da molti studi e indagini sociologiche che l’uomo italiano adulto vive in modo profondamente diverso l’esperienza del matrimonio rispetto alla donna. Organizzare un matrimonio rappresenta un’occasione per certi versi entusiasmante, ma comporta anche un certo stress, poiché sono molte le problematiche che sorgono, peraltro concatenate, a cominciare dal costo complessivo dell’operazione, per finire con l’individuazione della casa nella quale la coppia andrà a vivere, cosa che spesso determina l’accollo di importanti oneri economici (pagamento del canone d’affitto mensile o della rata del mutuo, ma anche tutte le spese relative a gestione e manutenzione dell’immobile) che oggettivamente non possono essere presi alla leggera.

Studi specifici hanno cercato di individuare qual è il momento migliore o, meglio, il momento giusto per un uomo per convolare a giuste nozze. Da quanto detto potrebbe sembrare che il problema maggiore del matrimonio sia di tipo finanziario e che dunque il momento migliore per sposarsi sia quando l’uomo ha raggiunto una certa indipendenza e sicurezza dal punto di vista lavorativo, ma sarebbe un errore crederlo. Secondo recenti studi, condotti non solo su soggetti in procinto di contrarre matrimonio, ma soprattutto sulle molte persone separate o divorziate, sono emerse, un po’ a sorpresa, problematiche di tutt’altra natura, a dimostrazione della complessità della psiche umana.

Secondo gli psicologi i maschi italiani hanno una cronica e per certi versi incomprensibile paura di crescere e quindi hanno inconsciamente scelto di affrontare la lunga crisi economica degli ultimi anni nel modo più rassicurante: rifugiandosi nella classica adolescenza protratta (anche attraverso un modo di vestire studiato appositamente per sembrare più giovani) e restando attaccati al caldo nido familiare, fingendo di non avere consapevolezza di avere ormai ali forti per spiccare il volo e andare a costruire una vita propria, senza fare affidamento sul costante aiuto morale e materiale dei propri genitori. Va precisato, ad onor del vero, che i costi degli affitti, assai lievitati negli ultimi anni, non aiutano i giovani a prendere determinate decisioni che in effetti possono risultare rischiose, a causa di una notevole incertezza del mercato del lavoro: mai tanto dinamico, ma anche precario. Con queste premesse oggettivamente complesse, l’uomo è pieno di insicurezze, teme il fallimento delle proprie iniziative ma soprattutto ha sviluppato un forte senso di inadeguatezza, perché è cresciuto in una società che gli ha sempre proposto modelli di riferimento da emulare di un certo tipo, cioè vincenti, sia a livello sportivo (da bambino), che politico-culturale (da adolescente e adulto).

Nessuno, da ragazzo, sogna di diventare un clochard o di essere sfrattato e perdere così la casa dove abita. Nessuno si immagina a 30 anni senza un’occupazione oppure a 40 senza figli. Crescere e dover fare un bilancio della propria vita prendendo atto che la realtà si è rivelata molto più dura del previsto è un’esperienza che può minare in modo serio l’autostima di un uomo, facendolo cadere in modo quasi fisiologico in depressione e ponendolo così nelle condizioni peggiori per prendere decisioni importanti come appunto quella di sposarsi. Oggi si assiste a una vera e propria fuga dal matrimonio, sia di tipo preventiva (il caso di persone ormai adulte che a tutto pensano tranne a trovare moglie, anche quando potrebbero permetterselo) sia successiva (sotto forma di separazioni e divorzi, ormai all’ordine del giorno).

La Sociologia moderna segue con attenzione, ma anche con preoccupazione, questo nuovo fenomeno, segnalando l’aumento significativo delle cosiddette famiglie mononucleari, vale a dire rappresentate da un solo individuo che a volte ha perfino la disponibilità di una casa e un posto di lavoro discreto, ma sceglie liberamente di non rischiare incidenti di percorso, in modo che potrebbe sembrare cinico, mentre rivela più che altro una notevole immaturità complessiva dell’individuo in esame. Il momento giusto per sposarsi è quando si ha davvero voglia di mettersi in discussione e di rischiare qualcosa, magari anche di sbagliare. Senza la voglia di assumersi importanti responsabilità non c’è crescita, perché non c’è maturità per il matrimonio.


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