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Quando andavo in via Veneto di Nicola Apollonio – 2

Creato il 14 gennaio 2016 da Cultura Salentina

14 gennaio 2016 di Augusto Benemeglio

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  1. Era il tempo in cui tutto sembrava possibile:

“Quel mondo che non esiste più – continua Pasquale Vitagliano -, Apollonio ce lo racconta in presa diretta, stretto ma non costretto tra rievocazione letteraria e testimonianza storico-civile. Ci fa rivivere un passato mitico con una grande capacità plastica. Questa è l’eredità del grande giornalismo di costume degli anni ‘50 e ‘60, che si portava per mano Proust e Sergio Leone”.

“In via Veneto Rossellini ideò i suoi primi film, qui Mario Pannunzio con Franco Libonati e gli altri amici del Mondo, con Paolo Monelli e Vittorio Gorresio, discutevano di film, di libri, dell’ultimo romanzo di Moravia o delle battaglie politiche per la democrazia”.  In via Veneto incontravi la coppia più famosa di quell’epoca: Liz Taylor e Richard Burton.

Nicola ricostruisce, – come una tela di ragno dai fili d’oro, – tutta la sua prima giovinezza romana, (Romani non si nasce, – diceva Gian Gaspare Napolitano, – romani lo si diventa),coi lampi e le “vampe”, i sogni e le speranze di quando approdò, alla fine degli anni cinquanta, nella “città eterna”, “centro del mondo, del corpo e dello spirito, splendore e fessura della storia, vortice delle apparizioni e sparizioni”, con l’idea di fare il giornalista professionista:

“ Ero pieno d’ansia e di paura. E di qualcos’altro di indefinibile, come un soffio che anima le cose più diverse dello spirito”.

Erano anni, – dirà –in cui tutto sembrava possibile.

E guai se così non fosse stato per uno come lui,tenace inseguitore dei sogni e dei sentieri dell’utopia, che è un po’ sogno e un po’ follia, passione, spazio di conquista, ma anche rischio e agonia. Ma ciò era nel suo destino. Andare nei vicoli più vieti e oscuri della cronaca in cerca di un barlume di verità (come dice Feltri) era la sua vocazione, la vocazione di chi decide di fare il giornalista (è sempre meglio che lavorare, dirà Flaiano), e non poteva sottrarvisi.

Ma che cos’è la vocazione, Nicola ?

Quando si manifesta?

Di che cosa è fatta?

 

(fine seconda puntata)


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