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Quando andavo in via Veneto di Nicola Apollonio – 8

Creato il 22 febbraio 2016 da Cultura Salentina

22 febbraio 2016 di Augusto Benemeglio

Pippo Baudo e Novella Parigini

8 - pippo baudo

Ci sono tante storie e tanti particolari inediti in questo libro che ne fanno una sorta di Diario notturno di memoria flaianese, sospeso tra cronaca vissuta e la trama segreta di “misteri svelati”.
Nicola paroliere di una canzone che verrà musicata dal grande Mimmo Modugno, il sodalizio con il giovane siculo Pippo Baudo, con cui si scambiano idee, preghiere e speranze; l’amicizia con Lando Buzzanca insieme sulle spiagge del Lido di Ostia, l’esclusiva intervista concessa da Sergio Leone, ancora semisconosciuto, che diverrà il geniale inventore degli spaghetti western, e il grande regista di “C’era una volta in America”.
Quelli sono gli anni in cui Roma smette di essere “una città di provincia attraversata dagli stranieri”, – come aveva scritto un secolo prima Saint-Beauve, la Roma sublime e stracciona di Gioachino Belli, cuore della cristianità immiserita a borgo, Gerusalemme e Babele, stalla e chiavica der monno; non è neppure la Roma delle portinerie di Trilussa, né quella torbida dei Racconti di Moravia, o quella cruda dei Ragazzi di vita di Pasolini.
E’ la Roma di un nostalgico maestro di giornalismo come Nicola Apollonio, che – solo apparentemente – coincide con quella della “dolce-vita”, barocchismo e passeggiate notturne a parte. La sua in realtà è una improvvisa “Voglia di perdersi”, di altrove della memoria, inseguire il tempo che è fuggito come un battito d’ali, un volo e la bellezza di una farfalla, il nulla che si fa carne.
“Cammino portandomi addosso la grande voglia di infilarmi in qualche modo nelle pieghe di questa città che sento già mia. Mi piace tutto…. I palazzi. I viali alberati. Le chiese le fontane. I monumenti. I taxi verniciati di nero e di verde. Mi inebria il profumo di antichità…. E le leggiadre fanciulle, quadri viventi, incantevoli figure di sorelle, di madri, di amanti. !”
Nicola si sofferma a descrivere il “trambusto di fotoreporter” all’ Hotel Savoy, al “Pipistrello“, al nigth club di via Emilia, con Massimo Serato, Anna Magnani e Tenessee Williams, ma anche Ernest Hemingway, Ava Gardnercon Walter Chiari, la Roma di “Stop”, uno dei rotocalchi più venduti, per conto del quale finalmente scrive anche lui ed ha al suo fianco il re dei paparazzi, Rino Barillari, con cui realizzano una serie di scoop che fruttano notorietà e… lauti guadagni.
Ma è anche la Roma dove poco più in là, in via Condotti, puoi “ incontrare Giorgio De Chirico che se ne va solo e silenzioso dall’angolo di casa sua, addossata alla scalinata di Trinità dei Monti, all’antico Caffè Greco”.
E’ la Roma di via Margutta dove si trovavano Turcato, Cagli, Guttuso, Burri, Monachesi, Omiccioli e tanti altri. “…pittrici, ballerine, modelle da sballo, attrici alle prime armi, signore “bene“ in cerca di emozioni.
Ma il centro dell’attenzione era Novella Parigini, amica di Giò Stajano e con una irrefrenabile voglia di vivere e di sbalordire. Piccolina ma con un corpo perfetto, capelli biondi a caschetto, viso angelico e sensuale nello stesso tempo, Novella era il simbolo vivente della trasgressione. Lo scandalo era il suo pane quotidiano”

(fine ottava puntata)

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