Davvero, non sarà uno dei grandi autori della scena contemporanea americana, di quelli che ti sorprendono per lo stile e ti provocano con l'inventiva (e talvolta ti annoiano a morte e ti irritano con la loro presunzione), però che bravo che è sempre il nostro Bill Bryson a incantarti, a destarti curiosità, a coniugare vicende quotidiane con riferimenti alla cultura più o meno alta...
Nei suoi libri c'è (quasi) sempre modo per divertirsi e per riflettere, ma rispetto agli altri titoli in Vestivamo da Superman c'è molto di più: una speciale grazia, molto Amarcord, e poi il piacere di tuffarsi in un mare di parole per cogliere un bel pezzo di immaginario - l'America anni Cinquanta e dintorni - che molto abbiamo coltivato con i fumetti e con i film...
Irresistibile l'episodio della bomba adolescenziale verso la fine del libro, ma è meglio non dire di più...
Da leggere, anzi, da divorare. Uno di quei libri che mi ritorneranno in mente quando mi verrà da dire: avete presente il piacere di leggere?