Correva l'anno domini 2010. In pieno clima di festeggiamenti da Unità d'Italia.
A Busto Arsizio, un Umberto Bossi ancora in sella al carroccio dichiarava: il Sud doveva essere solo una colonia interna. Un'ammissione che, funzionalmente, non ebbe molta eco.
L'ex leader della Lega lo fece a Busto Arsizio, al al Museo del Tessile. Era il 27 agosto di due anni fa.
Ecco uno stralcio dell'articolo che veniva riportato da Varese news:
Queste le prime parole del leader del Carroccio sul palco bustocco mentre subito dopo si è lanciato in una “visione alternativa” dell'unità d'Italia che farà discutere ad un anno dal 150esimo compleanno del Paese, parlando del libro “Il regno del Nord”, presentato nei giorni scorsi a Cortina d'Ampezzo, e secondo il quale Cavour era un federalista e la decisione di riunificarel'Italia è stata frutto del bisogno delle imprese del nord di avere una colonia dove vendere i propri prodotti: “ Non pensavano allora che venisse fuori un guazzabuglio di questo tipo – ha detto ancora Bossi nella sua rilettura dell'Unità d'Italia – e furono gli stessi imprenditori del nord a finanziare Garibaldi per prendere il sud”. Germania e Inghilterra mandarono i loro eserciti in India e in Africa per vendere i loro prodotti e il Piemonte decise di prendersi il sud-Italia. Alla fine, secondo Bossi, il nord pagò mille volte di più questa scelta decidendo di non trasformare il sud in una colonia vera e propria.
Quello che Bossi (ed oggi Maroni e Salvini) ignorava ed ignora sono gli studi di Paolo Savona che invece dimostrano proprio il contrario, e cioè che quell'esperimento è riuscito benissimo. Su 10 euro spesi al sud, solo 3 circa, restano in media sul territorio.
Ma questo non avrebbe mai potuto dirlo. Vedersi allo specchio sporchi, brutti e cattivi, avrebbe portato risultati più deleteri di una laurea albanese.