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Quando c’é bisogno del medico a bordo

Creato il 07 settembre 2013 da Seasunstories @seasunstories

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Questo post lo scrivo con la mano sinistra. No, non sono mancina. È solo che da quattro giorni la mia spalla destra ha deciso che non vuole più lavorare. E ha coinvolto nello sciopero il braccio e la mano. In fondo hanno ragione pure loro, quest’ultimo mese abbiamo navigato tanto, molto più del solito, un mese fa eravamo a Creta e ora siamo in Spagna, tante notti a fare turni e a dormicchiare sul divano, su le vele, giù le vele, tutto a mano, visto che l’unica cosa elettrica che ha la nostra Osina é l’ancora. Per fortuna questa brutta infiammazione dell’articolazione della spalla m’é venuta mentre siamo fermi a Mallorca. Ho consultato via Skype il nostro amico e dottore di fiducia che mi ha prescritto la cura e già comincio a recuperare mobilità.
Se qualcuno di voi ha avuto una volta un’infiammazione di questo tipo saprà perfettamente come ho trascorso le ultime notti. Insonne, dolorante e con tanto, troppo tempo per pensare. Ho pensato, immagina se ci viene qualcosa a me o a Louis in mezzo al mare, quando siamo lontani dalla costa. Poi ho pensato, cacchio! Siamo proprio incoscienti almeno uno dei due dovrebbe fare un corso di primo soccorso (Louis l’ha fatto secoli fa per il suo lavoro di pilota però dice di non ricordare niente). E poi ancora, cacchio due! Noi mica ce l’abbiamo un’assicurazione sanitaria internazionale! L’assicurazione sanitaria internazionale. Qualche anno fa prima di partire avevamo pure considerato questa possibilità, poi però la nostra conclusione é stata che con quello che costano e con tutte le scartoffie da presentare quando ne hai effettivamente bisogno, meglio lasciar perdere, se si dovesse verificare un’emergenza in un paese dove non possiamo accudire al servizio sanitario pubblico, ricorreremo a uno specialista privato e fine della storia. E poi, considerazioni pratiche a parte, io sono un po’ superstiziosità su queste cose, credo che quanto più ci si concentra nel prevenire i problemi tanto più i problemi arrivano calamitati dal pensiero. Per la serie, pensa positivo e ti succederanno cose positive, pensa negativo e …. Ora però (complice l’umore nero di questi ultimi giorni) mi chiedo se  questa nostra decisione non sia stata troppo superficiale. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, cari amici. E voi, viaggiatori e naviganti giramondo, avete qualche consiglio o esperienza da condividere?


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