Rigirarsi nel letto, pigramente, tra lenzuola che profumano di bucato.
Sentirsi avvolgere da un paio di braccia.
Due occhi che cercano i tuoi occhi: domandano e chiedono risposta.
Sentirsi meravigliosamente bene nel rispondere, sorridendo: “Sì, certo!”.
Un lieve respiro sul collo.
Abbottonàti gli occhi, i sensi smarriscono la strada, e…
… E svegliati, Scribacchina: mica puoi restare col controllore a fiatarti sul collo per quel dannato biglietto!
Lo vedi: le braccia che ti stringevano erano i braccioli della poltroncina sui quali t’eri assopita – giaciglio oltremodo scomodo…
Via, spalanca gli occhi e incrocia lo sguardo del fanciullo del caffè, quello che transita senza posa nello stretto corridoio dello sFrecciarossa con la sua mercanzia. Quello che da forse mezz’ora ti sta chiedendo se vuoi qualcosa.
Just a cup of coffee, please: non vorrai riaddormentarti e trovarti, nella migliore delle ipotesi, a Napoli…
Il sole è ormai sorto, lì fuori.
Eppure, c’è ancora tempo.
Tanto tempo per.
