Quando cadono gli angeli di Tracy Chevalier: Un coro di voci nella transizione da un secolo all’altro

Creato il 06 aprile 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Gabriella Parisi Cari lettori, oggi parliamo di un romanzo storico pubblicato nel 2001, ma riproposto da BEAT a Gennaio 2012 che ci fa vedere un’epoca di cambiamento nella Londra dei primi del XX secolo: non si vive solo il passaggio da un secolo al successivo, ma anche il progresso della tecnologia con i primi telefoni, la luce elettrica e le prime automobili, le biciclette, che cominciano ad essere utilizzate anche dalle donne, e la nuova presa di posizione delle stesse che rivendicano il diritto al voto e la possibilità di studiare. Il tutto sancito dalla morte della Regina Vittoria, il cui lunghissimo regno ha segnato un’epoca da cui è difficile staccarsi. Parliamo di Quando cadono gli angeli di Tracy Chevalier. Autore: Tracy Chevalier Titolo: Quando cadono gli angeli Titolo Originale: Falling Angels Traduzione di Luciana Pugliese Casa Editrice: Beat Edizioni Pagine: 368 Prezzo: € 9,00 Data pubblicazione: 25/01/2012 Trama: Alla fine del primo mese di gennaio del Novecento, gli inglesi sono tutti vestiti di nero. La Regina Vittoria è morta e il XIX secolo, il secolo della gloria dell'Impero, se n'è andato con lei... Straordinario ritratto di un'epoca in cui le prime automobili sostituiscono i cavalli e l'elettricità soppianta l'illuminazione a gas, Quando cadono gli angeli ci riporta ai sogni e alle disillusioni della breve e dorata stagione edoardiana attraverso le accorate vicende di due famiglie, i Coleman dell'inquieta Kitty e i Waterhouse dell'irreprensibile Albert, che, contro la stessa volontà dei protagonisti, sono ineluttabilmente destinate a incrociarsi. Con la sua scrittura "precisissima, sospesa, che lascia ammirati e sconcertati da tanta bravura" (L'Espresso), l'autrice della Ragazza con l'orecchino di perla ci svela le passioni, i sogni e le disillusioni di "un tempo a noi lontano e, insieme, vicinissimo" (The Times) nel passaggio da un secolo all'altro.

RECENSIONE
Speravo che il passaggio di secolo avrebbe portato un cambiamento in tutti noi, che l’Inghilterra si sarebbe liberata dalla sua triste cappa nera per mostrare qualcosa di nuovo e più luminoso. Invece, sono appena le undici del primo giorno del ventesimo secolo, e non è cambiato nulla, a parte un numero.
Non c’è romanzo che si possa definire più corale di questo: non esiste una voce solista, protagonista, ma tante voci che raccontano i primi anni del ‘900 a Londra. Appartengono tutte ai membri di due famiglie della borghesia medio-alta, i Coleman e i Waterhouse, e a tutte le persone che gravitano intorno a loro.

C’è il soprano, Kitty Coleman, una donna bellissima continuamente insoddisfatta. È in lei che si avverte maggiormente il passaggio di un’epoca. Kitty ha una figlia, Maude, ma ha deciso di non voler più avere figli: non è con la maternità che vuole affermare il suo essere donna. La sua irrequietudine rivela il desiderio di cambiamento ma, in un primo momento, neanche Kitty riesce a capire come realizzarlo. Rimpiange il fratello morto, Henry, che la considerava come una persona pensante e non come semplice donna. Non si arrende agli uomini — primo fra tutti il marito — che vorrebbero placarla tramite il sesso: Kitty si concede frigidamente, è anche disposta a commettere adulterio, ma vuole di più, anche se neanche lei sembra capire cosa sia.

Kitty mi ha fissato. I suoi occhi erano talmente scuri che sembrava di guardare in un pozzo. «È tutta la vita che aspetto che succeda qualcosa», ha risposto. «E finalmente ho capito che non succederà nulla. Oppure è già successo e in quel momento ho chiuso gli occhi e tutto è sparito. Non so che cosa è peggio, se averlo perso o sapere che non c’era nulla da perdere.»
Un altro soprano è Gertrude Waterhouse, una donna più conservatrice, che si dedica alle proprie figlie, Lavinia e Ivy May, con tutto il suo affetto, trascurando se stessa, ma invidiando sotto sotto la bellezza e la modernità di Kitty. C’è il contralto, Edith Coleman, la suocera di Kitty, tenacemente ancorata al passato, burbera e autoritaria. Ci sono i due mezzo-soprani, le domestiche di casa Coleman, Jenny Whitby, la giovane cameriera, sfacciata e incosciente ma affezionata e Dorothy Baker, la cuoca, rude all’esterno ma tenera dentro e piena di saggezza popolare.

La Regina Vittoria

Ci sono baritoni e bassi, Richard Coleman, Albert Waterhouse e Mr Jackson, il direttore del cimitero di Highgate a Londra, con i suoi angeli di pietra, che fa da sfondo a tutta la storia, ricordandoci in ogni istante l’ineluttabilità della morte. Non per niente il libro si apre con il funerale della Regina Vittoria e si chiude — dieci anni dopo — con il funerale di suo figlio, il re Edoardo VII. 

Ma soprattutto ci sono le voci bianche, il futuro. Maude Coleman è una bambina coscienziosa, tranquilla, studentessa modello, condivide con il padre la passione per l’astronomia. Tollera con indulgenza le debolezze della sua amica del cuore, Livy, e prende l’affetto da dove può, perché Kitty, sua madre, non riesce a dargliene. Per questo invidia un po’ Lavinia e Ivy May per il loro legame con Gertrude.

Qualche volta, quando sto con i Waterhouse, provo una specie di rammarico. Lavinia fa la prepotente con la madre, questo è vero, però tra di loro c’è un’intesa affettuosa che io non riesco a instaurare con Maude. Dopo che sto con loro qualche ora me ne vengo ben decisa a prendere sottobraccio Maude, come Gertrude fa con Lavinia. E stare di più con lei, leggerle qualche cosa, aiutarla nel cucito, tenerla in giardino con me, portarla in città.
Lavinia è una bambina molto fantasiosa e apparentemente sensibile — in realtà ci si accorge, ben presto, che la sua sensibilità è una maschera — dotata di una fortissima volontà: già a cinque anni riesce ad imporsi sui suoi genitori, che probabilmente la viziano in quanto primogenita.
Maude ha detto che si chiamano stelle cadenti ma che in realtà sono pezzi di qualche vecchia cometa che si incendiano, e per la precisione si chiamano meteoriti. Ma io so che cosa sono in realtà, e cioè degli angeli che inciampano mentre viaggiano per portarci i messaggi di Dio. Le loro ali lasciano delle strisce nel cielo finché non riescono a riprendere l’equilibrio.

L'angelo dormiente nel cimitero di Highgate a Londra

Simon Field è il figlio del becchino — lavora anch’egli nel cimitero — con cui le due bambine fanno amicizia fin dal giorno del funerale della regina Vittoria. Ci fa vedere la storia da un’altra prospettiva, più smaliziata — nonostante la giovane età — perché appartenente a un membro della classe più umile.

Unica voce che non partecipa al coro, ma osserva tutto con una saggezza troppo grande per una bambina così piccola, è Ivy May con i suoi silenzi. Quando la madre le chiede perché parli così poco, la piccola risponde: «Ma quando io parlo, voi mi ascoltate.», lasciandola a bocca aperta per la sua maturità. I racconti delle bambine sono i più lunghi, pieni di divagazioni, spesso innocenti ma che focalizzano candidamente l’attenzione su indizi importanti che ci fanno scoprire ciò che gli adulti hanno omesso.

Emmeline Pankhurst, leader delle suffragette inglesi

Tracy Chevalier ha inserito fra i suoi personaggi di fantasia alcuni personaggi storici d’eccezione, come Emmeline Pankhurst, l’attivista alla guida del movimento suffragista inglese. La ricostruzione storica delle campagne delle suffragette inglesi — sebbene alterata per esigenze narrative — è accuratissima. Il tè del mercoledì da Kitty Coleman sembra — per la vivacità dei discorsi e l’attivismo delle sue partecipanti — una riunione analoga a quelle che si tenevano nei salotti delle sorelle Schlegel di Casa Howard di Edward Morgan Forster. Ci sono, ovviamente, numerosi salti temporali, ma gli elementi degni di nota, gli incidenti o gli episodi cruciali, come il primo incontro/scontro al cimitero fra le due famiglie e Simon, vengono sviscerati da tutti i punti di vista, aggiungendo sempre nuovi tasselli al mosaico delle sensazioni e delle percezioni dei personaggi, con un caleidoscopio che piacerebbe tanto al Pirandello di Uno, Nessuno e Centomila. A volte si accusa, per questo motivo, la Chevalier di essere ripetitiva: in realtà, questa ripetizione con parole diverse ed elementi aggiuntivi degli episodi narrati serve a caratterizzare meglio i personaggi.

La traduzione è ottima, anche se per rendere giustizia ai libri di Tracy Chevalier bisognerebbe leggerli in lingua originale: nel passare da un personaggio all’altro si avverte ogni volta un modo di parlare differente, come se potessimo sentire le diverse “voci” dei personaggi con la loro inflessione linguistica, cogliendo non solo la classe sociale a cui appartengono, ma anche il loro carattere. Luciana Pugliese è riuscita a farci vedere questa differenza fra una “voce” e l’altra, anche se alcune sottigliezze devono necessariamente andare perse.

Un altro romanzo storico eccezionale per Tracy Chevalier, scritto con uno stile originalissimo. Uno spaccato dell’Inghilterra all’inizio del XX secolo guardato attraverso tanti occhi diversi e “cantato” dal coro variegato dei personaggi che escono a tutto tondo dalle pagine. Eccellente! L’Autrice: 

Tracy Chevalier è nata a Washington. Nel 1984 si è trasferita in Inghilterra, dove ha lavorato a lungo come editor. Il suo primo romanzo è La Vergine Azzurra (The Virgin Blue 1997). Con La ragazza con l'orecchino di perla (Girl with a pearl earring 1999) ha ottenuto, nei numerosi paesi in cui il libro è apparso, un grandissimo successo di pubblico e di critica. Bestsellers internazionali sono stati anche i suoi romanzi successivi: Quando cadono gli angeli (Falling Angels 2001), La dama e l'Unicorno (The Lady and the Unicorn 2003), L’Innocenza (Burning Bright 2007) e Strane Creature (Remarkable Creatures 2009). Quando cadono gli angeli è il terzo romanzo pubblicato da BEAT, dopo La ragazza con l’orecchino di perla e La Vergine Azzurra Sito Autrice 

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