In alcuni Paesi occidentali come in Nuova Zelanda, paese dove la parità di sessi è garantita sempre più spot optano per il cambio dei ruoli, proponendo donne sessualmente attive e predatrici. In alcuni Paesi non fa più scalpore che le donne siano soggetti sessuali, ovvero cacciatrici che manifestano attivamente la propria sessualità. Gli spot spesso sono lo specchio della società in cui si vive ma in alcuni casi ci sono spot che promuovono un’immagine caricaturiale del ruolo femminile, ribaltando la parità e traducendola in dominio sessuale femminile denigrando l’altro sesso. Il pubblicitario vede la liberazione dei costumi sessuali femminili con occhi moralistici e tradizionalisti , avvertiti come una minaccia per l’uomo. E’ il caso di questo spot, dove vi è perfino la banalizzazione dello stupro.
iL contesto è caricaturiale, surreale e descritto in modo grottesco. Ci sono donne di mezz’età descritte come stupratrici affamate di sesso inmodo offensivo nei confronti dell’immagine femminile. Maschi descritti ‘come pezzi di carne’ come recita lo slogan, umiliati e ridotti ad oggetto sessuale e pagliacci.
Bene, per chi mi rimprovera che il mio blog non prende in esame mai i casi in cui è il maschile ad essere svilito, ecco qua lo spot. Alcuni utenti mi rimproverano accusandomi di essere sessista. Siccome mi concentro sopratutto su pubblicità nel territorio nazionale, i nostri pubblicitari tendono a mortificare sopratutto la figura femminile.
Io riporto soltanto quello che tv, carta stampata e internet trasmettono. Nulla di più nulla di meno. In Italia evidentemente sono pochi i casi in cui gli spot danneggiano l’uomo in quanto tale.
Segnalate comunque!