E il mausoleo dei Plautii non era una discarica a cielo aperto! Il Corriere della Sera pubblica la videoinchiesta di Sergio Rizzo che racconta dell’orribile muro di cemento armato costruito per difendere la zona dalle esondazioni dell’Aniene intorno alla tomba mausoleo dei Plautii, uno dei rarissimi esempi di sepolcri monumentali delle famiglie nobiliari romane dell’età tardo repubblicana. “Ovunque immondizia che nessuno raccoglie: bottiglie di plastica, lattine, stracci, siringhe, cartacce, liquami“. Inutile aggiungere che mai è stato fatto uno studio sulle cause delle esondazioni, racconta Rizzo.
La storia di questo “tesoro romano di Tivoli violato” è tutta da leggere. E da rileggere, dopo aver goduto di queste straordinarie immagini della campagna romana a bordo di un gigantesco autobus in viaggio nel febbraio del ’32. L’archivio Luce custodisce un tesoro inestimabile: il ricordo di quei paesaggi ancora inviolati. E tra quei tesori fa capolino, tra un colpo di clacson e il brusìo dei ricchi passeggeri a bordo, proprio il nostro mausoleo…
Dalla Serie L – il fondo fotografico di paesaggi e monumenti d’Italia nato in seno all’Istituto Nazionale Luce nel 1928 per documentare a fini conservativi, divulgativi, culturali, turistici, il nostro patrimonio (con lungimiranza potremmo dire oggi) – ecco apparire il ponte Lucano e la tomba, non ancora profanati dalla speculazione e dall’ottusità della burocrazia.
Ponte Lucano e tomba dei Plauti – [1928]