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E’ il 2 febbraio del 1958 quando un gruppo di giovani artisti espone per la prima volta dall’ottico Franz Vespa, in via XX Settembre a Cagliari. Trenta le opere di Studio 58 – così fu battezzato il gruppo – tra pittura e scultura che, appena un anno dopo il successo de “L’ombra del mare sulla collina” di Mauro Manca, segnano una rottura nei confronti della tradizione sarda imperante ad opera di Delitala, Figari, Floris, Cabras e Company.Sotto l’egida di Foiso Fois e Hoder Claro Grassi, uniti da quello spirito ribelle nei confronti dei canoni imposti dal perbenismo borghese, Italo Agus, Antonio Atza, Gaetano Brundu, Mirella Mibelli, Rosanna Rossi, Primo Pantoli e il tedesco Axel Shmidt Walguny, oltre ai toscani Biagio Civale e Marcello Lucarelli, (assente dalla prima mostra, Tonino Casula aderisce al gruppo subito dopo) sono i grandi esclusi da spazi come il Cenacolo e gli Amici del Libro che rappresentano l’humus del conformismo cittadino, monopolizzato da critica talvolta prezzolata che attua sistemi di ostracismo nei confronti dei giovani artisti.Giovani artisti messi al bando dalla critica “ufficiale” perché con un gesto di coraggiosa ribellione hanno infranto le ferree catene che monopolizzano e legano la legge sulla industrializzazione della cultura. I ribelli delle sale ufficiali e delle gallerie a pagamento, i dimenticati dalle spesso abbondantissime ed elogianti critiche dei quotidiani cittadini, si legge, qualche giorno dopo l’inaugurazione, su Il Tempo a firma di un certo Kon, probabilmente Gaetano Brundu sotto mentite spoglie.Rinnega la tradizione sarda strettamente legata al folklorismo, considerata al di fuori della sfera del quotidiano e dell’impegno sociale, lo Studio 58 che rappresenta un gruppo eterogeneo per background e linguaggi espressivi differenti. Che si confronta su questioni politiche e sociali, oltre che artistico-culturali, organizzando incontri e conferenze nei locali del retrobottega messo a disposizione dal lungimirante Franz. Il gruppo di quei ribelli che, tra ricerca e sperimentazione persegue la piena libertà d’espressione in costante contrasto con la rigidità intellettuale e l’accademismo dell’epoca.Partendo da questi presupposti nasce la mostra “Il 58 da Franz, i primi ribelli”, curata da Efisio Carbone per lo Spazio (In)Visibile che, nel riuscitissimo tentativo di ricostruire quella prima importante collettiva, mette insieme una serie di opere, in parte rimaste sconosciute ai più, che provengono da diverse collezioni private. Ed ecco che accanto al Sacco di Gaetano Brundu si staglia lo Scorcio con alberi blu di Rosanna Rossi, autrice anche di uno splendido autoritratto post espressionista, così come il Nudo di Primo Pantoli. E ancora il Circo muto di Hoder Claro Grassi, l’incisione di una Mattanza di Foiso Fois, completa di matrice, e un raro dipinto di Tonino Casula che dà vita ad una brulicante Spiaggia.La mostra, sapientemente allestita da Cristina Muscas e visitabile fino al 6 febbraio, è il primo di tre appuntamenti che mirano a delineare il percorso di Studio 58, che avrà fine solo due anni dopo con la collettiva del Portico di Sant’Antonio ma che ha segnato una delle stagioni più fertili dell’arte contemporanea in Sardegna.