Magazine Diario personale
Ma la Germania gioca contro la Germania?Domanda plausibile a otto anni,il senso di quell'est/ovest non ce la facevo ad afferrarlo.Era come se,per qualche strana ragione,gli azzurri d'Italia si fossero ritrovati ad affrontare una loro controparte,arrivata all'improvviso da chissà dove per destabilizzare le mie poche e acerbe certezze.I Mondiali di calcio del 1974,organizzati proprio in terra tedesca,segnarono l'inizio della mia passione per il gioco del calcio.Le partite le guardavo in bianco e nero,ma compensavo l'assenza di colore con le figurine dei calciatori.Certo ero un bambino,ma riuscivo ugualmente a comprendere la portata dell'evento sportivo,a realizzare che il mondo era l'insieme di tanti posti diversissimi fra loro,ognuno con la propria storia,che esistevano squadre molto più organizzate di altre,che c'erano dei favoriti e degli sconfitti in partenza.Così ero consapevole delle difficoltà italiane contro la fortissima Polonia,mi dispiacevo per il nove a zero subito dallo Zaire,percepivo la straordinaria bellezza degli schemi olandesi e durante la finalissima arrivai a tifare apertamente per la nazionale di Johan Cruijff.Ma la storia della doppia Germania era troppo complicata per me,e necessitava di un chiarimento che non tardò ad arrivare,per quanto riconducesse tutto entro i confini dello sbrigativo ed elementare buoni contro cattivi.Una spiegazione che arrivava dai grandi,quindi da accettare,prendere per buona.Avessi avuto qualche anno in più...Allora il terreno di gioco mi sarebbe senz'altro sembrato un paese diviso in due dalla linea di centrocampo,simile a un muro.Avrei facilmente colto la diffidenza e la curiosità,il distacco e lo stupore nel sentirsi fratelli ma diversi.Poi dopo il fischio iniziale,avrei scelto di non considerare aperte le ostilità,interpretando il continuo mescolarsi dei ventidue come desiderio di sentirsi gli uni parte mancante degli altri.Magari mi sarebbe piaciuto constatare che alla fine tutto si stava risolvendo giocando.E al termine dei novanta minuti,un pizzico di cinismo mi avrebbe indotto a pensare che la vittoria della Germania Est non aveva fatto altro che agevolare il cammino della Germania Ovest verso la finale,e che tutti sarebbero tornati a casa soddisfatti e felici.Ma ero soltanto un ragazzino,e della Ddr mi dimenticai subito dopo aver riposto l'album,mancante di troppe figurine,nel cassetto.