Sei al mare, il sole scende al tramonto, l’orizzonte si fa rosso e una pallida luna comincia a brillare. Tiri fuori lo smart phone e scatti una foto. La posti su Instagram, la condividi su Facebook e Twitter. E come te, altri 80 milioni di users che hanno prodotto circa 4 miliardi di foto. Ecco, qual è secondo te la probabilità che un editore trovi la tua foto tra quelle 4 miliardi di foto, se la guardi per bene e decida di comprarla per farne una copertina?
Da Instagram alla copertina di “Then We Take Berlin” – Atlantic Books
Qualche mese fa, era gennaio, dopo aver ascoltato Where are We Now di David Bowie e le sue atmosfere melanconiche, mi viene un’idea per una serie di blog posts turistici che chiamo #BerlinArTour. L’idea è di seguire le “istruzioni” nascoste nei film, nei romanzi e nelle canzoni, e andare alla scoperta di una Berlino diversa, proponendo del “tour artistico” un breve foto-reportage.
Particolarmente riuscita è la foto del Bösebrücke, scattata con iPhone e pubblicata su Instagram. Era freddo quel giorno e scattai la foto senza pensarci su, uno di quei colpi di fortuna che spesso accadono: il bianco e nero, le forme sinuose del ponte, la neve, il grigio pesante del cielo, e quella figura che si allontana fanno di questa foto una bella foto.
Dopo qualche mese, esattamente il 20 maggio, ricevo un tweet da un certo Sam Redman che in inglese mi scrive:
Lavoro per un editore e mi piacerebbe usare la tua foto del Bösebrücke per la copertina di un libro. Posso inviarti una email a proposito?
Sulle prime penso a uno scherzo, ma poi, incuriosito, contatto Sam Redman via Twitter. A questo segue uno scambio di email: Sam dice di lavorare per l’Atlantic Books, un’importante casa editrice indipendente londinese e di essere intenzionato all’acquisto della foto del Bösebrücke per la copertina di un libro che si intitola “Then We Take Berlin” in uscita a Dicembre 2013. Incredulo, leggo la proposta di Sam: 200 euro, una copia omaggio del libro con firma dell’autore, la dicitura all’interno del libro “photo by Arturo Robertazzi”. Accetto.
Qualche domanda a Sam Redman – assistant Editor, Atlantic Books
Dopo aver festeggiato con gli amici con una bottiglia, ehm, svariate bottiglie di rosso, ho cominciato a riflettere su ciò che mi era appena accaduto. Ho pensato a quelle miliardi di foto su Instagram, agli 80 milioni di dilettanti con smart phone in mano che scattano foto in giro per il mondo. La statistica è a loro favore: tra tante foto un’ottima foto verrà fuori prima o poi. La statistica è a loro favore e contro i professionisti. E poi mi sono chiesto: davvero le case editrici hanno cominciato a cercare tra Instagram le foto per le loro copertine? Quanto è utile questo approccio? Quanto risparmia una casa editrice?
Ho girato alcune di queste domande a Sam Redman, che ha replicato con risposte brevi e precise.
I designer della Atlantic Books, afferma Sam, normalmente cercano le foto per le copertine dei libri nella librerie fotografiche standard, ma da qualche tempo hanno cominciato a sfruttare canali online meno canonici. Non è poi così importante, continua Sam, quale sia l’origine della foto, se sia, cioè, di un fotografo professionista o di un utente Instagram, l’importante è che l’immagine funzioni bene come copertina e rifletta il contenuto del libro.
Quando gli ho chiesto quante volte ha utilizzato “canali non canonici” per una copertina di un libro pubblicato dalla Atlantic Books, Sam ha scritto: “This is the first cover where I’ve used an image from outside an online image library”.
Improbabile, ma non impossibile.
Purtroppo non sono stato autorizzato per il momento a pubblicare la copertina di Then We Take Berlin. Il libro è in uscita a Dicembre, potrò pubblicare la copertina a ottobre.
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